Deep Research è ora disponibile su Gemini 2.5 Pro Experimental
Deep Research di Gemini ha appena cambiato marcia… Google ha integrato il suo modello sperimentale Gemini 2.5 Pro nella funzionalità di ricerca avanzata, oscurando ChatGPT e la sua versione di Deep Research.
Google Deep Research con Gemini 2.5 Pro Experimental batte ChatGPTMa facciamo un passo indietro. Cos’è esattamente Deep Research? Si tratta di un assistente di ricerca AI che ragiona su argomenti complessi e crea report con citazioni pertinenti. Non si limita a una rapida occhiata su Google, può sfogliare centinaia di siti web, riflettere sui risultati e generare report che possono essere trasformati in conversazioni stile podcast.
Lo scorso mese, Google aveva già dato una bella spinta a Deep Research, affidandolo al modello sperimentale Gemini 2.0 Flash Thinking. Risultato? Pianificazione, ricerca, ragionamento, analisi migliorati. Tradotto: report di più pagine e di qualità superiore per gli utenti. Ma a Mountain View non si sono accontentati. Ora gli utenti Gemini Advanced possono usare questa versione potenziata di Deep Research con Gemini 2.5 Pro Experimental sul web, su Android e iOS.
Secondo i test interni condotti da Google, i report generati da Deep Research con Gemini 2.5 Pro sono stati giudicati nettamente superiori rispetto a quelli prodotti da ChatGPT. Gli utenti hanno notato miglioramenti significativi nel ragionamento analitico e nella sintesi delle informazioni, con report di ricerca ancora più approfonditi.
Come provare il nuovo Deep ResearchGli utenti Gemini Advanced, possono selezionare il modello Gemini 2.5 Pro (sperimentale) dal menu a discesa dei modelli e scegliere “Deep Research” nella barra dei prompt. Se invece si vuole fare una prova gratuita, si può testare Deep Research con il modello Gemini 2.0 Flash (sia su desktop che su mobile).
Microsoft, regali digitali per il cinquantesimo compleanno
Copilot ora ricorda quello che gli dici
Kawasaki presenta il robot cavalcabile Corleo, la moto del futuro?
Recentemente la robotica ha conosciuto una nuova vita grazie all’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa, ma sono soprattutto gli umanoidi a guadagnare popolarità. Kawasaki non segue questa tendenza e ha ideato un robot che sembra uscito da un film di fantascienza (o dal videogioco Horizon). Questo quadrupede in grado di trasportare un essere umano si chiama Corleo.
Kawasaki svela il robot che sembra un cavallo, si guida come una motoIn un video realizzato principalmente con immagini generate al computer, la multinazionale giapponese ci dà un assaggio di ciò che spera di poter offrire con il suo robot “all-terrain”. Progettato come alternativa alle moto, è in grado di correre su terreni accidentati e di evitare gli ostacoli.
“Pur mantenendo il piacere di controllare la moto, la macchina risponde sempre ai movimenti del pilota, fornendo un senso di unità tra pilota e cavallo. Cavalcare le montagne, godersi l’aria fresca e le viste spettacolari. Corleo libera il vostro istinto naturale di muovervi in un ambiente naturale spettacolare“, descrive l’azienda sul suo sito web.
Alimentato da un motore a idrogeno, il robot ha quattro zampe dotate di zoccoli in gomma, con una struttura divisa per assorbire le asperità del terreno. Le gambe posteriori, invece, sono in grado di muoversi su e giù in modo indipendente grazie all’intelligenza artificiale, per garantire un migliore assorbimento degli urti e facilitare la salita delle scale. “Il pilota controlla la macchina spostando il suo centro di gravità, rilevato dalle pedane e dal manubrio. Variando la lunghezza delle staffe, il pilota può ottenere la postura ottimale”, spiega Kawasaki.
Per ora il robot di Kawaski Corleo è solo un prototipoSulla carta, questa macchina del futuro sembra molto attraente. Ma Kawasaki è ancora lontana dall’offrire un dispositivo in grado di muoversi come quello del video. Presentato alla World Expo di Osaka, il primo prototipo di Corleo è, per il momento, molto più limitato.
Alcune delle sue caratteristiche principali, come la velocità, l’autonomia e la durata della batteria, non sono ancora note.
DOGE usa l'AI per spiare i dipendenti governativi?
I tecnici del DOGE (Department Of Government Efficiency) non usano l’intelligenza artificiale solo per velocizzare alcune attività. Secondo le fonti di Reuters viene sfruttata anche per monitorare le conversazioni dei dipendenti governativi. L’obiettivo è individuare eventuali ostilità nei confronti di Donald Trump. Il team del DOGE utilizzerebbe anche Signal.
Violazione della privacy e leggi varieAlcuni manager dell’EPA (Environmental Protection Agency) avrebbero confermato l’uso dell’intelligenza artificiale per “spiare” i dipendenti e individuare conversazioni ostili nei confronti di Trump e Musk. L’agenzia ha subito pesanti tagli con la riduzione del budget del 65% e quasi 600 dipendenti in aspettativa.
In particolare verrebbero monitorate le conversazioni e le chiamate effettuate con Microsoft Teams. Un manager dell’agenzia avrebbe detto ai dipendenti di fare attenzione a quello che scrivono e dicono. L’EPA ha dichiarato che l’AI permette di ottimizzare le funzioni dell’agenzia e migliorare l’efficienza amministrativa. Non ha confermato se viene usata anche per sorvegliare i dipendenti.
Secondo le fonti di Reuters, il DOGE utilizza anche Signal per le comunicazioni. Ciò potrebbe violare la legge federale che impone di conservare tutte le conversazioni. La nota app offre una funzionalità che permette di eliminare i messaggi dopo un intervallo di tempo.
Alcuni dipendenti DOGE utilizzerebbero anche Google Docs per modificare documenti ufficiali in modo collaborativo, aggirando le consuete procedure di controllo e le catene di custodia (dovrebbero essere conservate singole copie delle bozze).
Secondo le fonti di Wired, il DOGE avrebbe organizzato una hackathon per questa settimana. I partecipanti dovranno creare una “mega API” per l’accesso ai dati dell’IRS (Internal Revenue Service) che dovrebbero essere esportati verso sistemi esterni.
Shopify vieta assunzioni se il lavoro può essere svolto dall'AI
Il CEO di Shopify non è andato per il sottile con i suoi dipendenti. D’ora in poi, prima di assumere qualcuno, bisogna dimostrare che un’AI non potrebbe fare quel lavoro altrettanto bene.
L’AI diventa il metro di misura per le assunzioni in ShopifyAddio al classico iter di selezione del personale. D’ora in poi, in casa Shopify, prima di inserire una nuova risorsa nel team, bisognerà passare al vaglio dell’AI. Solo se si dimostra che l’intelligenza artificiale non è in grado di svolgere quella determinata mansione, si potrà procedere con la selezione di un candidato in carne e ossa…. a che punto siamo arrivati.
Per i dipendenti di Shopify è una prospettiva inquietante. Per avere il via libera per nuove assunzioni, i team dovranno dimostrare che l’AI non può sostituire in alcun caso un collega umano. La decisione del boss di Shopify Tobi Lütke ha scatenato reazioni opposte. Per i critici, è il proverbiale canarino nella miniera: il primo segnale di ondate di licenziamenti mascherati da “innovazione tecnologica” che potrebbero spazzare via intere categorie di professionisti. Ma c’è anche chi sostiene che la scelta sia lungimirante. Si diche che le aziende che non si adattano, muoiono (o no?).
Il futuro del lavoro nell’era dell’AILa mossa di Shopify accende i riflettori sul tema caldissimo del rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro. Quali saranno le professioni più a rischio? Come cambierà il mercato del lavoro nei prossimi anni? E soprattutto, saremo in grado di cavalcare l’onda dell’AI o ne saremo travolti? Sono domande che sempre più aziende e lavoratori si troveranno ad affrontare nei prossimi anni.
Google corregge due vulnerabilità zero-day in Android
Google ha rilasciato le patch di aprile per Android. Due correggono vulnerabilità zero-day già sfruttate durante attacchi informatici. Una di esse è stata utilizzata dalle autorità serbe per sbloccare lo smartphone di uno studente con il famoso tool di Cellebrite.
Dettagli sulle vulnerabilità zero-dayLe patch di sicurezza rilasciate da Google sono 62 in totale. Quelle del 1 aprile riguardano i componenti di Android, mentre quelle del 5 aprile riguardano anche componenti di terze parti (Arm, Qualcomm, MediaTek, Imagination-Technologies) e sottocomponenti del kernel. Tra questi ultimi ci sono quelli vulnerabili sfruttati dalle autorità serbe e dai cybercriminali.
Utilizzando il tool di Cellebrite, la polizia serba aveva sbloccato lo smartphone Android di uno studente arrestato durante una protesta a Belgrado. Ciò è stato possibile sfruttando una catena di tre vulnerabilità zero-day. Le patch sono state fornite da Google agli OEM il 18 gennaio. Le prime due (CVE-2024-53014 e CVE-2024-50302) erano state incluse nel codice sorgente di AOSP (Android Open Source Project) a febbraio e marzo.
Ora è disponibile anche la patch per la vulnerabilità zero-day CVE-2024-53197. È presente nel driver audio USB per dispositivi ALSA e permette di ottenere privilegi root (in pratica il controllo dello smartphone).
Anche la seconda vulnerabilità zero-day, indicata con CVE-2024-53150, è presente nel driver audio USB per dispositivi ALSA, ma permette di accedere ai dati conservati sullo smartphone.
Le patch di sicurezza sono state già rilasciate da Google per i suoi Pixel. Gli utenti che usano altri smartphone dovranno attendere la fine dei test effettuati dai produttori.
Musk usa video di Friedman come critica ai dazi di Trump
Elon Musk è sempre stato contrario ai dazi, e ora ha un motivo in più per lamentarsene. Dal 2 aprile, giorno in cui il presidente Trump ha annunciato i dazi, il suo patrimonio si è ridotto di circa 28 miliardi di dollari. La sua reazione non sorprende: Musk è noto per condividere apertamente le sue opinioni su X, e non ha perso occasione per ribadire la sua posizione anche stavolta.
La lezione della matita di Friedman che ha conquistato MuskMusk ha rispolverato un vecchio video di Milton Friedman che sta facendo discutere. L’economista Premio Nobel usa una semplice matita per raccontare una storia sorprendente. “Guardate questa matita,” dice Friedman nel filmato. “Nessuno al mondo sa costruirla da solo.”
— Elon Musk (@elonmusk) April 7, 2025
E poi racconta come migliaia di persone sparse per il pianeta – boscaioli, minatori, operai – abbiano lavorato insieme, senza conoscersi, per creare qualcosa che si può comprare spendendo una cifra irrisoria. Negli ultimi minuti, Friedman lancia il suo messaggio più potente: “Il libero mercato non è solo una questione di soldi o efficienza. È la via maestra per la pace tra i popoli.”
Non è un caso che Musk abbia scelto proprio questo video. Friedman è stato il paladino del neoliberismo, l’uomo che ha passato una vita a combattere contro dazi e barriere commerciali. Le sue idee hanno plasmato un’epoca, ispirando le politiche di Margaret Thatcher e Ronald Reagan negli anni ’80. Anche se non viene fatto alcun commento esplicito su Trump, il video parla da sé. Infatti, Musk è il primo ad avvertire le conseguenze delle decisioni del presidente. Dall’annuncio dei dazi, la sua fortuna è crollata di circa 28 miliardi di dollari.
Elon Musk è contrario ai daziSin dall’inizio, Musk ha preso posizione contro le i dazi. In un’apparizione a sorpresa a una convention federale, ha commentato: “Spero che gli Stati Uniti e l’Europa possano stringere un’alleanza più forte e che in futuro creeremo una zona a dazio zero, una zona di libero scambio tra Europa e Nord America. Questa è la mia speranza per il futuro, con una maggiore libertà di movimento tra Europa e Nord America. Questo è il mio consiglio al Presidente”, ha concluso Musk.
È chiaro che il miliardario è mosso anche da interessi personali, avendo già subito perdite significative dopo l’annuncio dei dazi. Inoltre, i rapporti con il Presidente sembrano essere sempre più tesi. Secondo i rumors, Trump ha comunicato a persone a lui vicine che Elon Musk si dimetterà dal suo ruolo nel governo nelle prossime settimane.
Le recenti dichiarazioni di Elon Musk sul libero mercato, infatti, hanno fatto saltare i nervi a Peter Navarro, considerato da molti il vero cervello dietro la guerra dei dazi scatenata da Trump. Lo stesso Navarro avrebbe definito Musk “un assemblatore di automobili“.
Amazon Nova Sonic: nuovo modello di generazione vocale
Dopo aver annunciato Nova Act e aggiornato Nova Reel, Amazon ha introdotto un altro membro della famiglia: Nova Sonic. Il nuovo modello può comprendere e generare la voce, quindi gli sviluppatori possono sfruttarlo per applicazioni AI che richiedono una conversazione con gli utenti.
Nova Sonic già disponibile per Alexa+Per realizzare applicazioni basate sulla voce è necessario combinare modelli multipli. Servono almeno un modello che converte la voce in testo, un modello che comprende e genera le risposte, e un modello che converte il testo in audio. Questo approccio frammentato non solo aumenta la complessità dello sviluppo, ma non riesce nemmeno a preservare le varie sfumature, tono, prosodia e stile del parlato.
Nova Sonic elimina queste limitazioni perché combina le capacità di comprensione e generazione in un singolo modello. La risposta vocale si adatta al contesto acustico (tono, stile e altro) e all’input, quindi la conversazione è più naturale. Nova Sonic comprende anche le sfumature della conversazione umana, come pause ed esitazioni naturali, aspettando di parlare fino al momento opportuno.
Gli sviluppatori possono accedere al modello tramite nuove API in Amazon Bedrock. Nova Sonic viene utilizzato anche da Alexa+ (disponibile in anteprima negli Stati Uniti) e può trovare informazioni su Internet, analizzare dati proprietari ed eseguire azioni.
Amazon afferma che Nova Sonic ha un WER (Word Error Rate) del 4,2%, quindi non riconosce solo 4 parole su 100 durante una conversazione in inglese, italiano, francese, tedesco e spagnolo. Il modello ha una latenza di 1,09 secondi, quindi risponde più velocemente di GPT-4o (1,18 secondi).
La famiglia Nova comprende anche i modelli Micro (solo testo), Lite (multimodale), Pro (multimodale), Canvas (generazione immagini) e Reel (generazione video). Entro fine anno arriverà anche Nova Premier con capacità di ragionamento.
OpenAI pensa a un telefono senza schermo ma con ChatGPT
Account per adolescenti anche su Facebook e Instagram
Circa sei mesi fa, Meta ha annunciato gli account per teenager su Instagram. L’azienda di Menlo Park ha aggiunto ulteriori protezioni e introdotto lo stesso tipo di account anche su Facebook e Messenger. Quest’ultima novità sarà inizialmente disponibili in quattro paesi.
Nuove protezioni su InstagramLe impostazioni dell’account teenager vengono automaticamente applicate agli utenti con età inferiore a 16 anni. Possono essere modificate solo con il permesso di un genitore. Meta scrive che, da quanto sono disponibili gli account su Instagram, il 97% degli adolescenti ha mantenuto le impostazioni predefinite.
Oltre a quelle già previste, Meta ha introdotto altre due restrizioni. I teenager non possono avviare uno streaming live senza l’autorizzazione dei genitori. È necessario ottenere il permesso anche per rimuovere la sfocatura dalle immagini con nudità ricevute con i messaggi diretti. Queste due novità saranno disponibili nei prossimi mesi.
Account per adolescenti su Facebook e MessengerGli account per adolescenti sono ora disponibili anche su Facebook e Messenger. Offrono le stesse protezioni di Instagram che limitano l’accesso a contenuti inappropriati e la ricezione di messaggi da sconosciuti. Il rollout è iniziato oggi in quattro paesi (Stati Uniti, Canada, Australia e Regno Unito) e proseguirà in altri paesi nel corso dei prossimi mesi.
Oltre 54 milioni di teenager utilizzano i nuovi account. In base ad un recente sondaggio condotto negli Stati Uniti, il 94% dei genitori considera utile la novità, mentre l’85% afferma che semplifica il controllo dell’esperienza online dei figli.
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Il cielo sopra le nostre teste è oramai una discarica pericolosa. L’Agenzia Spaziale Europea lo spiega bene in un documentario che fa venire i brividi. I detriti spaziali non sono più solo un problema per astronauti e satelliti, ma una minaccia concreta per noi tutti.
Troppi detriti spaziali, la denuncia dell’ESAIl rischio? Un effetto domino catastrofico. Quando un detrito colpisce un satellite, ne genera altri, che a loro volta provocano nuove collisioni. Senza contare la saturazione dell’orbita.
Oramai il cielo è un campo minato. Più di 100 milioni di frammenti che sfrecciamo come proiettili impazziti a 35.000 chilometri all’ora. Nel 2024 ci saranno 10.200 satelliti attivi, che diventeranno 100.000 entro il 2030. Negli ultimi dieci anni, le manovre d’emergenza per evitare scontri catastrofici sono raddoppiate. “Un satellite su due lanciato oggi potrebbe minacciare una missione cruciale domani“, insiste l’ESA. Da notare che l’Agenzia spaziale europea spera di lanciare una missione su Marte già nel 2035.
Una corsa contro il tempo nello spazioI rischi non sono solo teorici. GPS, transazioni bancarie, previsioni meteorologiche: dipendono tutti da satelliti. Una collisione grave potrebbe paralizzare una cascata di servizi. “Immaginate un mondo senza navigazione aerea o senza sincronizzazione temporale per i mercati… Questo è il nostro futuro se non reagiamo.“, avverte il documentario.
Per limitare i danni, l’ESA sta imponendo regole severe: i satelliti devono essere disattivati entro 5 anni dal loro pensionamento e i loro serbatoi devono essere svuotati per evitare esplosioni. L’agenzia sta anche spingendo per la “capacità orbitale“, limitando il numero di veicoli spaziali per zona, come i parcheggi cosmici.
Ma il tempo sta per scadere. Nonostante i progetti di pulizia (reti, arpioni, ecc.), le start-up non riescono a tenere il passo con il ritmo frenetico dei lanci. “Ogni nuovo razzo aggrava il problema“, secondo gli esperti. Qual è la soluzione? Una campagna di sensibilizzazione globale… prima che l’orbita diventi un colabrodo.
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Canonical ha recentemente annunciato il rilascio delle immagini per sviluppatori di Ubuntu con supporto a una nuova scheda SBC, ovvero l’Orange Pi RV2, un nuovo computer a scheda singola (SBC) basato sull’architettura RISC-V. Si tratta dell’ennesimo modello che si distingue per il suo costo accessibile: la variante con 8 GB di RAM è disponibile a soli 64$ (circa 58€ al cambio). Si tratta di un’opzione interessante per gli appassionati di tecnologia e gli sviluppatori che desiderano esplorare le potenzialità di RISC-V senza spendere molto.
Ubuntu: aggiunto il supporto per OrangePi RV2Orange Pi RV2 è l’ultimo modello di scheda SBC RISC-V supportato ufficialmente da Canonical per l’esecuzione in Ubuntu. Il cuore del dispositivo è un SoC KY-X1 octa-core, che integra le estensioni vettoriali RISC-V e RVA22. Non manca un acceleratore per l’intelligenza artificiale, anche se la sua potenza è limitata a soli 2 TOPS. La scheda offre diverse opzioni di memoria LPDDR4X, con configurazioni da 2 GB, 4 GB o 8 GB, rendendola versatile per vari utilizzi. Tra le caratteristiche hardware spiccano due slot M.2 M-key, connettività WiFi e Bluetooth, due porte Gigabit Ethernet e un’uscita HDMI per chi desidera collegare un display.
Considerato il prezzo molto conveniente a cui è venduta la versione da 8 GB di RAM, Orange Pi RV2 rappresenta una proposta molto competitiva rispetto ad altre schede RISC-V presenti sul mercato, anche grazie alla dotazione hardware. Si tratta di un dispositivo ideale per piccoli progetti, come la realizzazione di piccoli sistemi di videosorveglianza, oppure per la gestione di rete o dei dischi, e molto altro. Il supporto da parte di Canonical permetterà anche di sfruttare maggiormente la scheda SBC per le proprie necessità.
Per ulteriori informazioni sull’implementazione di Ubuntu Linux per l’Orange Pi RV2, è possibile consultare l’annuncio ufficiale sul sito di Canonical, mentre per conoscere meglio le specifiche tecniche di questo SBC economico, il sito OrangePi.org fornisce tutti i dettagli.
Linux 6.14.1: nuovi correttivi per l'attuale versione del kernel
Da pochissimo, gli sviluppatori hanno rilasciato Linux 6.14.1, un aggiornamento dell’ultimo kernel che include una serie iniziale di correzioni basate sul codice della versione 6.14, distribuito due settimane fa.
Linux 6.14.1 si aggiorna con diverse correzioni al codiceLinux 6.14.1 introduce di versi aggiornamenti, tra cui nuovi ID per dispositivi e alcune novità hardware. Tra le modifiche è presente una correzione a un problema audio sui bassi per quanto riguarda l’ASUS UM5606KA, nonché il supporto per il LED di silenziamento sui dispositivi HP Laptop 15s-du3xxx, l’aggiunta di ulteriori ID per il driver TTY Serial 8250 e diverse correzioni generali al codice.
L’elenco completo delle patch che compongono la versione Linux 6.14.1 è disponibile tramite questa lista di posta elettronica. Inoltre, in contemporanea, sono state anche rilasciate le versioni 6.13.10, 6.12.22 LTS, 6.6.86 LTS e 6.1.133 LTS del kernel, mentre domenica è invece stato distribuito Linux 6.15-rc1, la prima versione release candidate che da inizio alla fase finale prima del rilascio della nuova versione, prevista per la fine di maggio.
Proprio riguardo la prima release candidate della versione 6.15, vengono introdotte diverse novità che riguardano principalmente i componenti interni e miglioramenti al codice, nello specifico il supporto per la ricezione a copia zero nella rete tramite IO_uring, cambiamenti a Bcachefs, che considera ora il suo formato su disco in uno stato di “congelamento lieve”, con futuri aggiornamenti che saranno facoltativi, aggiornamento del codice di compressione Zstd in-tree alla versione 1.5.7 con perfezionamenti e miglioramenti alle prestazioni, il nuovo driver NOVA di Nvidia, il supporto per le GPU Turing e successive, nonché per il SoC AMD Versal NET.
Non mancano poi miglioramenti alla crittografia destinati alle CPU AMD e Intel, il supporto per nuovo hardware grafico AMD, modifiche al kernel per il supporto alla dimensione dei blocchi superiori alla dimensione della pagina del kernel, nuove capacità di profilazione della latenza per Perf e molto altro che è possibile consultare nel dettaglio attraverso il nostro articolo.
L'AI minaccia il 40% dei posti di lavoro secondo l'ONU
L’ONU lancia l’allarme: l’avanzata inarrestabile dell’intelligenza artificiale sta per spazzare via quasi la metà dei posti di lavoro esistenti. A dirlo è l’ultimo rapporto dell’UNCTAD, che dipinge uno scenario da brividi per milioni di lavoratori ignari del destino che li attende.
Le sirene dell’automazione cantano promesse irresistibili di guadagni e profitti per le aziende. Ma dietro il luccichio si nasconde un’amara verità: questa rivoluzione rischia di favorire il capitale a scapito del lavoro umano. I bilanci si gonfieranno, mentre schiere di dipendenti e freelance verranno scaricati senza pietà, rimpiazzati da algoritmi senz’anima.
Nessuno è al sicuro dalL’AIL’UNCTAD teme un futuro distopico, in cui l’intelligenza artificiale scaverà un fossato tra ricchi e poveri, strappando ai paesi in via di sviluppo anche l’ultimo vantaggio che gli restava: il basso costo della manodopera. Ma attenzione, nessuno può dirsi al riparo da questa tempesta: sarà una sfida per tutti, dal primo all’ultimo gradino della scala sociale.
Eppure, l’UNCTAD intravede uno spiraglio di luce. L’AI, se addomesticata con saggezza, può favorire la nascita di nuove industrie e diventare uno strumento di empowerment per i lavoratori. Ma bisogna agire in fretta, rimboccarsi le maniche e investire nella riqualificazione delle risorse umane. Solo così si potrà cavalcare l’onda del cambiamento, invece di esserne travolti.
L’AI, un giocattolo per pochi gigantiRebeca Grynspan, la voce dell’UNCTAD, invoca a gran voce una cooperazione globale per rimettere l’uomo al centro della tecnologia. Un appello accorato a tessere insieme una tela di regole condivise per l’intelligenza artificiale. Ma il vento soffia in direzione opposta: Stati Uniti e Cina dominano in modo schiacciante il mercato dell’AI, lasciando agli altri solo le briciole.
Il potere smisurato di poche big tech, pronte a dettare legge al mondo intero pur di accaparrarsi questa risorsa strategica, è un vero incubo. Apple, Nvidia, Microsoft: ognuno di loro vale quanto l’intero PIL africano. Un divario tecnologico che rischia di spalancare voragini di disuguaglianza sempre più profonde.
È ora di agire, per un’AI di tutti e per tuttiMa snon è troppo tardi per invertire la rotta. Perché l’intelligenza artificiale non sia un giocattolo per pochi eletti, l’UNCTAD chiede che tutti abbiano voce in capitolo nel delineare le regole del gioco. Una partita in cui, allo stato attuale, 118 nazioni sono tagliate completamente fuori. L’organizzazione sogna un’infrastruttura globale condivisa, un accesso all’AI democratico ed equo per ogni popolo. Una visione ambiziosa, forse utopica, ma che vale la pena perseguire.
Open data, open source: ecco le parole magiche per abbattere le barriere e innescare un’innovazione inclusiva. L’ONU immagina un futuro di collaborazione planetaria, in cui la tecnologia non sia più un lusso per pochi, ma un diritto per tutti. E se i paesi più avanzati si trincerano nei loro privilegi, l’appello è ai paesi emergenti: devono unirsi, fare squadra per non lasciarsi divorare dal gap digitale.
La posta in gioco è altissima: entro il 2033, l’intelligenza artificiale potrebbe valere 4.800 miliardi di dollari, più di IoT e blockchain messe insieme.
Google AI Overview: traffico a picco per i siti web
La funzionalità AI Overview, disponibile in Italia da fine marzo, ha semplificato la modalità di interazione degli utenti con il motore di ricerca. La visualizzazione dei riassunti ha però danneggiato gli editori. In base ai dati raccolti da Bloomberg, il traffico verso alcuni siti web è crollato a picco.
Google respinge le accuseBloomberg ha raccolto la testimonianza della proprietaria di un sito che pubblica guide per rinnovare l’abitazione. Da quando è arrivata la funzionalità AI Overview negli Stati Uniti, il traffico è diminuito del 70%. In passato, Google premiava i contenuti di qualità con una maggiore visibilità nei risultati delle ricerche. Ora non sono più sufficienti gli sforzi degli editori per mantenere lo stesso numero di visite.
In alcuni casi, AI Overview danneggia anche la reputazione dei siti perché genera riassunti con informazioni sbagliate. Google ha respinto le accuse, sottolineando che il traffico può diminuire o aumentare per vari motivi, tra cui la domanda stagionale, gli interessi degli utenti e l’aggiornamento periodico dell’algoritmo del motore di ricerca.
Durante un incontro avvenuto ad ottobre 2024 con i proprietari di 20 siti web, i rappresentanti di Google hanno confermato che l’introduzione della ricerca AI può causare una riduzione del traffico. In base all’analisi eseguita da Similarweb, il traffico è diminuito per 67 siti che trattano diversi argomenti. Google ha dichiarato che il campione non è rappresentativo.
In base ai dati rilevati da BrightEdge, i siti citati nelle risposte di AI Overview sono principalmente quelli di grandi dimensioni, come YouTube, Tripadvisor e Wikipedia. Gli utenti vedono i contenuti dei siti, ma non cliccano sui link. Ciò comporta una diminuzione delle visite e delle entrate pubblicitarie.
Molti siti hanno già chiuso i battenti. La situazione potrebbe peggiorare con l’arrivo della funzionalità AI Mode che elimina completamente l’elenco dei link dai risultati delle ricerche.