Monopolio Android: Google chiede di annullare il verdetto
Ieri sono iniziate le udienze presso il tribunale di appello di San Francisco alla presenza degli avvocati di Google, Epic Games e Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L’azienda di Mountain View ha chiesto l’annullamento del verdetto e della successiva ingiunzione permanente che impone profonde modifiche al Play Store. Il ricorso era stato depositato a fine novembre 2024.
Scetticismo da parte dei giudiciAl termine del processo di primo grado (avviato in seguito alla denuncia di Epic Games), la giuria ha stabilito che Google possiede il monopolio nella distribuzione delle app Android e dei sistemi di pagamento. Il giudice James Donato ha successivamente emesso un’ingiunzione permanente che impone numerose modifiche al Play Store per ripristinare la concorrenza.
L’azienda di Mountain View ha ottenuto una sospensione temporanea fino al termine dell’appello. Google non potrà però sottoscrivere accordi con operatori telefoni e produttori di dispositivi per bloccare l’installazione degli store concorrenti in cambio di denaro, condivisione delle entrate o altri benefici.
Durante la prima udienza, l’avvocato di Google ha evidenziato una serie di errori legali che hanno portato alla sentenza di primo grado. Il caso doveva essere esaminato solo dal giudice e non da una giuria. Ciò rappresenta una disparità di trattamento rispetto all’analogo caso vinto da Apple con il verdetto del giudice.
I giudici del tribunale di appello hanno evidenziato che ci sono chiare differenze tra il mondo Apple e il mondo Android. L’avvocato di Epic Games ha aggiunto che non c’è nessun diritto costituzionale ad un processo senza giuria.
Un avvocato del Dipartimento di Giustizia (che supporta Epic Games) ha sottolineato che, in caso di annullamento dell’ingiunzione, i tribunali non potranno fare il loro dovere ai sensi della legge. La decisione del tribunale di primo grado è quindi un modo molto ragionevole per favorire la concorrenza.
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Ci sono interessanti novità per tutti gli estimatori e soprattutto gli utilizzatori di Outlook su Mac. Nel corso delle ultime ore, infatti, Microsoft ha implementato una nuova funzione nel suo client di posta elettronica per i computer della “mela morsicata”, andando a includere una feature già disponibile su Windows e su Web, oltre che una delle migliori nuove opzioni che Apple ha aggiunto a Mail, il client predefinito di macOS, negli ultimi anni : la possibilità di annullare l’invio delle email.
Outlook: annullare l’invio delle email è possibile anche su MacLa funzione risulta essere molto utile in molteplici circostanze. Ad esempio, se ci si rende conto di aver fatto un errore di battitura poco dopo aver inviato un’email o di aver scritto qualcosa di inesatto, è sufficiente fare clic sull’apposita opzione è il gioco è fatto.
Usufruire della funzione è molto semplice: è sufficiente fare clic destro sul messaggio di riferimento in elenco e scegliere la voce Richiama dal menu contestuale proposto, oppure premere il pulsante corrispondente visibile sulla barra degli strumenti dopo aver selezionato una specifica email.
Va tuttavia tenuto presente che la funzionalità è fruibile solo ed esclusivamente se sia il mittente che il destinatario dell’email dispongono di un account di posta elettronica Microsoft 365 o Microsoft Exchange nella stessa organizzazione. I messaggi inviati da o verso un account Hotmail, Gmail o live.com non possono essere richiamati. Ciò significa che è possibile annullare l’invio di un messaggio oltre il minuto o di là del buffer di invio, ma funziona solo tra account Microsoft nella stessa azienda.
La possibilità di annullare l’invio delle email su Outlook per Mac è attualmente in beta per gli utenti che eseguono la versione 16.94 (Build 25011325) o successiva, con un lancio di anteprima previsto per febbraio 2025.
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La Coppa Italia entra nel vivo con i quarti di finale: la prossima sfida in calendario è Milan – Roma. Il match è in programma mercoledì 5 febbraio a partire dalle 21:00 e sarà trasmesso in diretta TV su Canale 5 e in diretta streaming su Mediaset Infinity, come per tutte le altre partite della competizione.
Per vedere Milan – Roma in diretta streaming dall’estero, invece, è necessario verificare se qualche emittente nel Paese in cui ci si trova al momento trasmette l’evento. Purtroppo, la Coppa Italia è una competizione con una ribalta internazionale ridotta e poche emittenti estere hanno acquisito i diritti.
Gli utenti italiani che si trovano all’estero, però, hanno la possibilità di collegarsi a Infinity grazie a una VPN, andando a selezionare un server italiano. In questo modo, è possibile seguire il match in streaming, risolvendo il problema della mancata trasmissione della partita.
La VPN da usare, in questo momento, è NordVPN, vero e proprio punto di riferimento del settore. Con l’offerta in corso, il servizio ha un costo di 3,39 euro al mese, scegliendo il piano biennale con 30 giorni di garanzia di rimborso e con un risparmio netto rispetto al piano mensile (da 12,99 euro al mese). L’offerta è disponibile tramite il sito ufficiale di NordVPN.
Milan – Roma: orario e probabili formazioniCome sottolineato in precedenza, Milan – Roma è in programma mercoledì 5 febbraio con calcio di inizio fissato per le 21:00. Le due squadre vengono da un pareggio nell’ultimo turno di campionato (rispettivamente contro Inter e Napoli).
Ecco le probabili formazioni:
Milan (4-2-3-1):
- Maignan; Walker, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez; Fofana, Musah; Chukwueze, Reijnders, Leao; Abraham. All. Conceiçao.
Roma (3-5-2):
- Svilar; Celik, Hummels, Ndicka; Saelemaekers, Koné, Paredes, Pellegrini, Angelino; Dybala, Dovbyk. All. Ranieri.
La partita sarà trasmessa da Canale 5 e Mediaset Infinity.
Per chi ha bisogno di una VPN, è possibile puntare su NordVPN, ora in offerta a 3,39 euro al mese con 30 giorni di garanzia di rimborso.
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Secondo le più recenti indiscrezioni, quest’anno Samsung annuncerà uno smartphone tri-fold, il primo in assoluto per l’azienda. A tal riguardo, nelle scorse ore è emerso quello che dovrebbe essere il nome del dispositivo. A quanto pare, si chiamerà Galaxy G Fold.
Samsung: svelato il nome del tri-foldLa scelta del nome sarebbe espressione della modalità di chiusura del dispositivo. Il tri-fold presenterebbe infatti un design a G, ovvero con due sezioni laterali che si piegano verso il centro. Non sarebbe pertanto un caso il fatto che il colosso sudcoreano abbia optato per questa nomenclatura piuttosto che per Galaxy Z come fatto per il resto dei suoi pieghevoli già in commercio.
Il tri-fold di Samsung dovrebbe presentarsi piuttosto simile al Mate XT Ultimate di Huawei, che si piega come il Galaxy Z Fold 6 e il Pixel 9 Pro Fold, ma con un segmento extra che può essere aperto per un display più ampio e più grande.
Il dispositivo di Samsung, inoltre, avrà presumibilmente uno schermo che misura 9,96 pollici quando è completamente aperto, essendo alto 6,54 pollici. A differenza della soluzione di Huawei, tuttavia, lo schermo si aprirebbe da entrambi i lati, piuttosto che in sequenza. Si dice altresì che il Galaxy G Fold sia più spesso del dispositivo di Huawei.
Samsung avrebbe altresì sviluppato sia lo schermo che la pellicola protettiva del Galaxy G Fold da zero, senza quindi sfruttare le tecnologie già messe a punto con i foldable esistenti.
Le informazioni sono state fornite dal leaker coreano yeux122, che riferisce di aver raccolto informazioni da insider affidabili come Ross Young. Non si tratta, dunque, di informazioni ufficiali, questo è bene tenerlo a mente, ma di dettagli provenienti da fonti vicine all’azienda.
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Se stai cercando soluzioni di web hosting professionali e veloci allora devi scegliere il servizio offerto da Serverplan. Grazie alle sue ultime offerte speciali, puoi approfittare del 50% di sconto sull’attivazione di un piano di Hosting Condiviso. Si tratta di un’occasione davvero imperdibile. Scegli la soluzione perfetta per te!
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OpenAI ha depositato venerdì scorso una nuova domanda di marchio presso l’USPTO, l’ufficio brevetti americano. Niente di strano, se non fosse per i prodotti elencati nella richiesta, che lasciano intravedere le ambizioni dell’azienda per il futuro, a breve e lungo termine.
OpenAI, richiesta di registrazione del marchio svela i progetti su robot umanoidi e gioielli AITra i prodotti menzionati spiccano cuffie, occhiali, telecomandi, custodie per laptop e telefoni, smartwatch, gioielli smart e visori per realtà virtuale e aumentata per l’interazione, la simulazione e la formazione assistita dall’AI.
Non è un segreto che OpenAI stia lavorando a un progetto hardware con l’ex designer di Apple Jony Ive. Il CEO Sam Altman ha confermato l’intenzione di sviluppare dispositivi consumer potenziati dall’AI attraverso partnership con più aziende, pur precisando che ci vorranno “diversi anni” anche solo per un prototipo.
Ma la domanda di marchio va oltre, menzionando robot umanoidi. OpenAI ha recentemente assunto Caitlin Kalinowski, ex responsabile della divisione occhiali AR di Meta, per guidare un nuovo team di robotica che dovrebbe testare robot – forse di forma umanoide – alimentati da sensori e AI personalizzati, in grado di interagire e prendere decisioni in modo simile agli esseri umani.
Chip personalizzati e computing quantisticoScorrendo il documento, si trovano anche riferimenti a chip AI personalizzati e servizi per sfruttare le risorse di computing quantistico per ottimizzare le prestazioni dei modelli AI.
Da tempo si vocifera che OpenAI stia creando chip su misura per eseguire i suoi modelli di intelligenza artificiale. L’azienda ha una divisione dedicata alla co-progettazione di componenti per chip e punterebbe a portare sul mercato un chip personalizzato con i produttori di semiconduttori Broadcom e TSMC già nel 2026.
I piani di OpenAI per il computing quantistico sono più nebulosi, ma l’anno scorso la startup ha assunto un ex architetto di sistemi quantistici della startup PsiQuantum. Come ha notato The Register, il computing quantistico ha il potenziale per migliorare drasticamente l’efficienza dell’addestramento dei modelli AI grazie alla sua capacità di eseguire un vasto numero di calcoli simultaneamente.
Una roadmap in divenire o un’esplorazione a tutto campo?Certo, le domande di marchio sono spesso scritte in modo volutamente ampio e non indicano necessariamente la roadmap di un’azienda. Quella di OpenAI potrebbe rivelare ambiti che la startup sta esplorando – o almeno, ha preso in considerazione. Ma quando – e se – qualcuna delle tecnologie menzionate arriverà sul mercato è impossibile dirlo con certezza.
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Hot Tub è la prima app per adulti disponibile per iOS in Europa. Può essere scaricata da AltStore PAL, lo store alternativo che può essere installato grazie al Digital Markets Act. Apple ha apertamente accusato la legge europea di favorire questo tipo di contenuti.
Apple non ha nessuna responsabilitàHot Tub permette di accedere ai contenuti di molti siti per adulti, eliminando inserzioni pubblicitarie, pop-up e tracker. Simili app sono vietate dalle linee guida di Apple. Gli utenti europei possono aggirare le restrizioni scaricando l’app da AltStore PAL.
Lo sviluppatore dello store alternativo (Riley Testut) ha sottolineato che l’app ha superato la revisione di Apple. L’azienda di Cupertino controlla se le app distribuite in Europa tramite AltStore PAL rispettano i requisiti minimi in termini di sicurezza e privacy. Apple avverte che le app pubblicate su store alternativi possono includere pornografia, incitamento all’odio, armi, alcool e droghe.
L’azienda di Cupertino ha dichiarato di non avere nessuna responsabilità, in quanto è costretta a rispettare il Digital Markets Act in Europa:
Siamo profondamente preoccupati per i rischi che le app porno hardcore di questo tipo creano agli utenti dell’UE, in particolare i bambini. Questa app e altre simili mineranno la fiducia dei consumatori e la loro sicurezza nel nostro ecosistema, sul quale abbiamo lavorato per più di un decennio per renderlo il migliore al mondo. Contrariamente alle false dichiarazioni rilasciate dallo sviluppatore del marketplace, non approviamo certamente questa app e non la offriremmo mai nel nostro App Store. La verità è che la Commissione Europea ci obbliga alla distribuzione da parte di operatori di marketplace come AltStore ed Epic, che potrebbero non condividere le nostre preoccupazioni per la sicurezza degli utenti.
Apple tira in ballo Epic Games perché ha investito in AltStore (ciò ha permesso di eliminare l’abbonamento). Il CEO Tim Sweeney ha scritto su X che su Epic Games Store non ci sono e mai ci saranno app porno. Ha inoltre aggiunto che su App Store ci sono le app di Reddit, Discord e X, dove gli utenti possono trovare facilmente contenuti pornografici.
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Che il digitale terrestre sia sempre in divenire ormai non è più una novità, ma una costante. In queste ultime ore però sembra che la piattaforma sia un po’ in confusione. Voluta o non, sullo stesso LCN vengono trasmessi più canali a intermittenza. Una situazione particolare, ma anche questa non è una novità.
Nello specifico, da alcuni giorni nel Mux D-FREE (MUX 3D-Free), il canale Lineagem, disponibile al Logical Number Channel (LCN) 132, lascia il suo spazio alla trasmissione delle programmazioni di Juwelo, canale tematico a carattere commerciale. Durante la trasmissione di questo canale il logo Lineagem viene rimosso lasciando spazio solo a quello di Juwelo.
La qualità della trasmissione non pare però essere la medesima. Per questo alcuni esperti e addetti ai lavori hanno dei dubbi circa l’effettiva normalità della situazione. Infatti, la trasmissione risulta essere errata nel formato 4:3. Una situazione che arriva proprio mentre la lista canali del digitale terrestre è stata aggiornata.
Digitale Terrestre: cosa deve fare l’utenteIn questi casi l’utente non può fare nulla se non attendere una definizione delle trasmissioni. Al momento non sono chiare le motivazioni che hanno portato a questa modifica sul digitale terrestre. Nondimeno, se lo spettatore riscontra problemi di segnale, in questo e in altri canali, la soluzione può essere avviare una ricerca automatica dei canali:
- accedi al menù del telecomando;
- seleziona la voce “Ricerca Canali”;
- avvia la “Ricerca Automatica” dei canali;
- attendi il tempo necessario alla ricerca;
- conferma la lista proposta;
- accetta l’ordine secondo la Numerazione LCN Nazionale.
Nel frattempo il Mux D-Free (MUX 3-D FREE) si è aggiornato. Ecco l’elenco aggiornato dei canali a questo momento:
- BOM CHANNEL (LCN 68)
- LINEAGEM / JUWELO (LCN 132)
- ArteIN (LCN 133)
- DELUXE 139 (LCN 139)
- PADRE PIO TV (LCN 145)
- PRIMASET (LCN 149)
- EQUtv (LCN 151)
- Tesory Channel (LCN 152)
- FASCINO TV (FASCINO TV 157 HD) (LCN 157)
- Canale 165 (FASCINO TV 165) (LCN 165)
- ORLERTV (LCN 166)
- CANALE168 (LCN 168)
- CANALE169 (LCN 169)
- PRIMA FREE (LCN 170)
- AP CHANNEL (269ITALIA) (LCN 220)
- RADIO ROMA NETWORK (LCN 222)
- Teleshopping (LCN 225)
- Tesory Channel (LCN 228)
- CUSANO NEWS 7 (LCN 234)
- GENIUS 240 (LCN 240)
- SICILIA 242 (LCN 242)
- BABEL (LCN 244)
- TCI (LCN 248)
- MOMENTO TV (LCN 251)
- Radio Radio TV (LCN 253)
- ADNPLAY (LCN 254)
- Maria Vision (LCN 255)
- Byoblu (LCN 262)
- NTR RADIO 264 MUSIC TV (LCN 264)
- 269ITALIA (CANALE 269 AP CHANNEL) (LCN 269)
- Radio Margherita Più (LCN 825)
- SUPERSIX (LCN 833)
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Perché conviene aprire SelfyConto di Banca MediolanumPer quanto riguarda lo zero canone di tenuta, è disponibile senza limiti di tempo fino al compimento dei 30 anni di età e, per tutti, durante il primo anno. Come anticipato, è comunque azzerabile fino al 31 dicembre 2027 con l’accredito dello stipendio oppure effettuando spese per almeno 500 euro su base mensile. C’è poi la carta di debito che non prevede alcun costo per l’intero primo anno. Scopri di più sulla pagina dedicata.
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DeepSeek sta perdendo smalto a tempo record. I suoi modelli che hanno fatto impazzire il web, ora fanno infuriare i regolatori di mezzo mondo. Paesi e agenzie governative di ogni latitudine hanno detto “stop” all’AI cinese, preoccupati per le sue pratiche poco trasparenti su etica, privacy e sicurezza.
E non è finita qui. Anche centinaia aziende hanno messo al bando DeepSeek. Il timore principale? Che i dati degli utenti finiscano dritti dritti nelle mani del governo cinese. Eh sì, perché DeepSeek li archivia tutti in patria, dove le aziende sono obbligate per legge a condividerli con l’intelligence di Pechino. Basta una richiesta e voilà, la trasparenza va a farsi benedire.
Insomma, la lista nera di DeepSeek si allunga di giorno in giorno. Ecco un tour veloce dei Paesi e degli enti che hanno messo al bando il chatbot.
DeepSeek, elenco dei Paesi dov’è bandito Italia, la prima a far scattare lo “stop”Il Belpaese è stato tra i primi a chiudere la porta in faccia a DeepSeek. Merito del Garante della privacy, che ha indagato a fondo su come l’azienda gestisce i dati personali.
A fine gennaio, l’Autorità garante ha aperto un fascicolo su DeepSeek. Obiettivo: capire se rispettasse il GDPR, la legge europea che detta le regole su conservazione e uso dei dati degli utenti UE. Inoltre, ha concesso all’azienda cinese 20 giorni per rispondere alle domande su dove archivia i dati, come li usa e per fare cosa.
DeepSeek ha provato a dribblare, sostenendo che le sue app fossero fuori dalla giurisdizione UE. Risultato? Apps rimosse dagli store italiani di Apple e Google.
Taiwan, allarme sicurezza nazionaleA Taiwan sono stati anche più duri. Per il Ministero degli Affari Digitali, DeepSeek “mette a rischio la sicurezza delle informazioni nazionali“. Il divieto di usare il chatbot AI vale per i dipendenti delle agenzie governative, delle scuole pubbliche e delle imprese statali.
Congresso USA, alert ai deputatiAnche gli uffici del Congresso statunitense sono stati avvertiti di non utilizzare DeepSeek. Secondo l’ufficio amministrativo capo (CAO) della Camera, gli hacker stanno già sfruttando il chatbot cinese per infettare i dispositivi con malware. Per ridurre i rischi, hanno limitato le sue funzioni su tutti i dispositivi della Camera.
Texas vieta i chatbot cinesi in totoIn Texas il governatore Greg Abbott ha alzato il tiro. Un ordine esecutivo vieta il chiatbot di DeepSeek e di altre aziende cinesi su tutti i dispositivi governativi dello Stato.
Marina e Pentagono, DeepSeek off limitsAnche la Marina USA ha ordinato ai suoi membri di stare alla larga da DeepSeek. Un’email interna, riportata da CNBC, parla di “potenziali rischi di sicurezza ed etici legati all’origine e all’uso della tecnologia“. Indicazioni categoriche per i marinai: vietato usare l’AI di DeepSeek per qualsiasi compito di lavoro o uso personale. E guai a scaricare, installare o utilizzare le sue app.
Stessa musica al Pentagono. Bloomberg rivela che l’Agenzia per i sistemi IT della Difesa ha chiuso l’accesso a DeepSeek a gennaio. Troppi dipendenti beccati a usare le app senza permesso, sollevando l’allarme dei piani alti. Un divieto con una scappatoia: il personale del Dipartimento della Difesa può ancora usare l’AI cinese, ma solo tramite Ask Sage, una piattaforma autorizzata che non si connette ai server in Cina. Tutto il resto è off limits.
NASA, chi usa DeepSeek è fuoriCartellino rosso per DeepSeek anche alla NASA. Gli ordini per i dipendenti sono chiarissimi: “DeepSeek e i suoi prodotti e servizi non sono autorizzati per l’uso con i dati e le informazioni della NASA o su dispositivi e reti del governo“. E ancora: “Non è permesso accedere a DeepSeek tramite dispositivi NASA e connessioni gestite dall’agenzia“.
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Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Il Persidera Mux 3 affronta un'altra notevole modifica sul digitale terrestre
La piattaforma DTT prosegue la sua escalation di modifiche e aggiornamenti in questi primi giorni di febbraio. Nonostante sia appena stata aggiornata la lista canali del digitale terrestre, nelle ultime ore il Mux Persidera 3, un multiplex importante per il mondo radiotelevisivo italiano, è stato protagonista di una importante modifica.
Nello specifico, dobbiamo spostarci sul Logical Channel Number (LCN) 63 dove, al posto del canale CS24.LIVE, ora viene trasmesso il CANALE 63. Si tratta di una sostituzione molto interessante perché questa emittente è tornata a trasmettere sull’omonima numerazione. Ma che fine ha fatto CS24.LIVE?
L’emittente che ha ceduto il posto a CANALE 63, nello specifico CS24.LIVE, acronimo di CENTRO SERENA TV, continua a trasmettere su scala nazionale al Logical Channel Number (LCN) 144.
A livello locale lo troviamo con il canale TELEITALIA 41, disponibile al Logical Channel Number (LCN) 95, nel Mux LOCALE 1 Lazio del digitale terrestre.
Come ricevere CANALE 63 sul digitale terrestrePer poter ricevere il CANALE 63 all’LCN 63 è necessario effettuare una ricerca automatica dei canali. Questo però, solamente nel caso in cui la risintonizzazione automatica non sia stata efficace. In questo modo è possibile ottenere tutte le modifiche apportate nel Mux Persidera 3 del digitale terrestre, riportate di seguito:
- Real Time (LCN 31)
- Food Network (LCN 33)
- RTL 102.5 (LCN 36)
- Warner TV (LCN 37,537)
- GIALLO (LCN 38)
- DMAX (LCN 52)
- CANALE 63 (LCN 63)
- CENTRO SERENA (LCN 144)
- RTL 102.5 CALIENTE (LCN 233,533)
- RADIO LIBERTA’ (LCN 252)
- GAMBERO ROSSO (LCN 257)
- RADIOFRECCIA (LCN 258,532)
- BIKE (LCN 259)
- URANIA (LCN 260)
- RADIO ZETA (LCN 266,531)
- RTL 102.5 (LCN 736)
- RADIO ZETA (LCN 737)
- RADIOFRECCIA (LCN 738)
- RTL 102.5 TRAFFIC (LCN 739)
- RTL 102.5 BEST (LCN 740)
- RTL 102.5 NAPULE’ (LCN 741)
- RTL 102.5 DISCO (LCN 742)
- RTL 102.5 CALIENTE (LCN 743)
- RTL 102.5 BRO&SIS (LCN 744)
Tutte queste modifiche, apportate a livello nazionale sul digitale terrestre, dimostrano quanto sia attiva questa piattaforma. L’obiettivo è quello di arrivare ad accogliere lo standard DVB-T2 in tutta Italia il prima possibile per ottimizzare tutte le trasmissioni e liberare le vecchie frequenze per implementare lo sviluppo del 5G.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}I robot umanoidi di OpenAI
Meta: stop allo sviluppo di modelli AI troppo rischiosi?
Mark Zuckerberg ha promesso di rendere un giorno disponibile a tutti l’AGI, ovvero un’AI in grado di svolgere qualsiasi compito umano. Ma in un nuovo documento sulla policy aziendale, Meta suggerisce che ci sono scenari in cui potrebbe non rilasciare un sistema AI ritenuto rischioso.
Meta mette un freno ai modelli AI troppo pericolosiIl documento “Frontier AI Framework” identifica due tipi di modelli AI troppo rischiosi da rilasciare: quelli ad “alto rischio” e quelli a “rischio critico”.
Secondo la definizione di Meta, entrambi i sistemi sono in grado di favorire attacchi informatici, chimici e biologici. La differenza sta nel fatto che i sistemi a “rischio critico” potrebbero causare una “catastrofe irreparabile” nel contesto di impiego proposto, mentre quelli ad “alto rischio” renderebbero un attacco più facile ma non altrettanto affidabile.
Meta fa alcuni esempi, come un attacco informatico completamente automatizzato che riesce a violare anche sistemi di sicurezza aziendali progettati con le più elevate misure di protezione, e la proliferazione di armi biologiche estremamente pericolose. L’elenco delle possibili catastrofi non è esaustivo, ammette l’azienda, ma include quelle che Meta ritiene più urgenti e plausibili come risultato dell’uso improprio di sistemi di intelligenza artificiale avanzati.
Meta a sorpresa non si avvale di test empirici per valutare il livello di rischio, ma si affida al giudizio di ricercatori interni ed esterni. Le loro analisi vengono poi esaminate da figure dirigenziali con il compito di prendere decisioni strategiche. Il motivo? Secondo l’azienda, non esistono ancora strumenti scientifici in grado di misurare in modo definitivo e oggettivo la pericolosità di un sistema AI.
Una risposta alle critiche sull’approccio “aperto”Se Meta determina che un sistema è ad alto rischio, limiterà l’accesso interno e non lo rilascerà finché non attuerà misure per “ridurre il rischio a livelli moderati“. Se invece un sistema viene ritenuto a rischio critico, Meta implementerà protezioni di sicurezza non specificate per impedirne l’esfiltrazione e interromperà lo sviluppo finché il sistema non potrà essere reso meno pericoloso.
Il Frontier AI Framework di Meta sembra una risposta alle critiche sull’approccio “aperto” dell’azienda allo sviluppo dei sistemi. A differenza di aziende OpenAI, che preferiscono limitare l’accesso ai propri modelli AI rendendoli disponibili solo tramite API controllate, Meta ha scelto una strategia di open source, rendendo liberamente accessibile la sua tecnologia AI.
Un’arma a doppio taglio: i suoi modelli Llama hanno avuto un enorme successo, ma sarebbero anche stati usati da almeno uno stato ostile agli Stati Uniti per sviluppare un chatbot con finalità di difesa militare.
La differenza con DeepSeekPubblicando il suo framework, Meta forse mira anche a evidenziare la differenza tra la sua strategia AI aperta e quella della società cinese DeepSeek, che rende i suoi sistemi sì liberamente accessibili, ma con poche misure di sicurezza. In questo modo è più facile generare contenuti tossici o dannosi, come disinformazione, linguaggio offensivo o materiale pericoloso. Recentemente, infatti, è emerso che DeepSeek può creare piani criminali e fornire istruzioni su come costruire armi chimiche.
Nuova truffa sfrutta Zalando per rubare dati e denaro agli utenti
Il noto brand Zalando, che identifica uno dei più famosi negozi online di abbigliamento e calzature, è ora preso d’assalto dai cybercriminali per una truffa particolarmente insidiosa. I truffatori lo stanno sfruttando in una nuova campagna phishing capace di rubare i dati e il denaro delle vittime.
Nello specifico, agli utenti arriva una mail che sembra essere stata inviata proprio dall’azienda di e-commerce. Al suo interno, la promessa di ricevere un fantastico premio rispondendo a un semplice e veloce questionario in merito all’esperienza di acquisto avuta con lo shop online.
La credibilità della comunicazione, che prospetta la vincita di una Carta Regalo da 150€ del brand, è data dal logo ufficiale che nasconde la vera natura della mail. Purtroppo, questa iniziativa non arriva da Zalando, ma è una truffa in grado di rendere la vita delle vittime particolarmente difficile.
Come si sviluppa la truffa che sfrutta ZalandoIl metodo di adescamento dei criminali con la nuova truffa che sfrutta Zalando è simile a tutte le truffe phishing di questi tempi. All’interno della mail un bottone nasconde un link malevolo che rimanda a una pagina fraudolenta. Credendo di rispondere a un questionario richiesto dall’azienda, la vittima scopre di essere tra i fortunati vincitori del premio.
Inconsapevole che tutti vincono, l’utente in questione inserirà tutti i suoi dati personali e i relativi dettagli di pagamento, a fronte della richiesta di partecipare alle spese di spedizione del regalo, per ottenere il premio direttamente a casa sua. In realtà, informazioni sensibili e dati bancari finiranno nelle mani dei criminali che procederanno con il furto dell’identità e il prelievo del denaro disponibile.
Consigli per non cadere in questa trappolaLa truffa che sfrutta Zalando per rubare dati e denaro fa parte di una campagna phishing. Queste campagne sfruttano la distribuzione di un link malevolo adornato da loghi ufficiali e grafiche che rendono la comunicazione ufficiale. Il nostro consiglio è quello di assumere un atteggiamento critico quando si consultano le email.
Prima di tutto, è bene verificare sempre l’indirizzo email per esteso del mittente. Inoltre, è necessario non cliccare mai su link contenuti nelle mail. Inoltre, se ci si vuole accertare che la promozione sia reale è sempre meglio contattare l’azienda tramite i canali ufficiali messi a disposizione per i clienti.
Fibra ultraveloce al prezzo più basso con Fastweb
Fastweb Casa Light è l’offerta per la fibra ultraveloce di Fastweb, disponibile a 27,95 euro al mese, con chiamate a consumo, Internet Box NeXXt One con Wi-Fi di ultima generazione e attivazione inclusi. Volendo, però, si può ottenere un ulteriore sconto aggiungendo Fastweb Mobile, l’offerta 5G per il proprio smartphone, per un prezzo complessivo fibra + mobile pari a 31,90 euro al mese.
L’aggiunta di Fastweb Mobile all’offerta per la fibra consente infatti di ridurre il prezzo mensile di Fastweb Casa Light, che da 27,95 euro al mese passa a 23,95 euro. L’offerta mobile in 5G costa 7,95 euro al mese, che sommati ai 23,95 euro della fibra portano il prezzo a 31,90 euro al mese.
Fastweb Casa Light, la fibra di Fastweb a partire da 23,95 euro al meseLa fibra ultraveloce di Fastweb raggiunge una velocità fino a 2,5 Gigabit/s, un dato di gran lunga superiore rispetto alla media nazionale. Non è un caso dunque che numerosi appassionati di gaming e content creator l’abbiano scelta per soddisfare appieno le proprie esigenze, per un servizio eccellente in qualsiasi ambito.
Alla velocità della linea si affiancano poi stabilità e copertura in ogni angolo della casa, grazie alla dotazione dell’Internet Box NeXXt One con Wi-Fi 6. Il dispositivo di Fastweb è compatibile tra le altre cose con il Wi-Fi Booster, un amplificatore della rete Wi-Fi che supporta l’assistente vocale Alexa, per gestire al meglio la connessione anche tramite i comandi vocali e ascoltare la musica con Spotify.
Sul fronte della sicurezza, il router di Fastweb garantisce una navigazione sicura e senza preoccupazioni, con una protezione avanzata contro virus, malware, spyware, adware, phishing ed eventuali attacchi ransomware.
Approfittando quindi della promozione in corso, l’offerta per la fibra Fastweb Casa Light è disponibile al prezzo scontato di 23,95 euro al mese aggiungendo Fastweb Mobile a 7,95 euro al mese, per un prezzo complessivo di 31,90 euro per la fibra e il 5G.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}DeepSeek: la censura permane anche con l'esecuzione locale
C’è una voce che gira: la famigerata censura di DeepSeek esisterebbe solo a livello di applicazione, ma svanirebbe se si esegue il modello in locale, scaricandolo sul proprio computer. Niente di più falso. Un’inchiesta di Wired ha scoperto che la censura di DeepSeek è presente sia a livello di applicazione che di addestramento del modello.
DeepSeek, la censura anche in localeWired ha messo le mani su una versione locale di DeepSeek. Grazie alla funzione di ragionamento dell’AI, è emerso chiaramente che il modello è programmato per “evitare di menzionare” eventi come la Rivoluzione Culturale cinese e per concentrarsi solo sugli aspetti “positivi” del Partito Comunista Cinese.
Anche TechCrunch ha fatto una rapida verifica su una versione locale di DeepSeek, disponibile tramite Groq. Il risultato? L’AI ha risposto senza problemi a una domanda sulla sparatoria di Kent State negli Stati Uniti, ma si è trincerata dietro un “non posso rispondere” quando le è stato chiesto cosa sia successo in Piazza Tienanmen nel 1989.
Il fantasma della censura aleggia su DeepSeek e sui modelli AI cinesiInsomma, che sia eseguita in cloud o in locale, DeepSeek porta con sé l’ombra della censura. Un fantasma che aleggia sul suo codice, frutto di un addestramento mirato a oscurare le pagine scomode della storia. Ma anche altri modelli AI cinesi, come Qwen 2.5 di Alibaba, hanno lo stesso “difetto di fabbrica”…
Sebbene esistano dei trucchi per aggirare la censura di DeepSeek, la scelta che solleva più di un interrogativo sull’etica e la trasparenza di questo sistema AI. Dov’è il confine tra un modello “educato” e uno censurato? E chi decide cosa DeepSeek può o non può dire?
Domande che pesano come macigni sul futuro dell’AI. Perché un’intelligenza artificiale che nasconde la verità non è solo un cattivo servizio: è una minaccia alla libertà di informazione. E forse, alla lunga, anche a quella di pensiero.
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