DMA: multa per Apple, festeggia Epic Games
Apple ha ricevuto una sanzione di 500 milioni di euro per la violazione del Digital Markets Act (DMA). La Commissione europea ha accertato che l’azienda di Cupertino impedisce agli sviluppatori di informare gli utenti sull’esistenza di soluzioni più economiche all’esterno dello store. Epic Games ha pubblicato un post per festeggiare la decisione.
Grande notizia per gli sviluppatoriTim Sweeney, CEO di Epic Games, ha scritto su X che la sanzione è una grande notizia per gli sviluppatori. La Commissione europea ha stabilito che Apple ha violato la legge con le sue pratiche illegali (non solo la clausola anti-steering, ma anche la Core Technology Fee).
Oltre ad infliggere la multa, la Commissione ha ordinato di rimuovere tutte le restrizioni tecniche e commerciali che Epic Games ha elencato in dettaglio:
- Apple deve consentire alle app scaricate dal suo store di indirizzare gli utenti verso store di terze parti.
- Apple non deve addebitare nessuna commissione per gli acquisti effettuati al di fuori di un’app.
- Apple deve eliminare le restrizioni che impediscono agli sviluppatori di inserire link al proprio sito web o al sistema di pagamento alternativo.
- Apple non deve tracciare, sorvegliare o richiedere agli sviluppatori di inviare dati sugli acquisti effettuati dai consumatori al di fuori delle app.
- Apple deve consentire agli sviluppatori di pubblicizzare prezzi più bassi e di comunicare direttamente con i propri utenti.
Epic Games ricorda infine che la Commissione europea ha avviato un’indagine anche nei confronti di Google. In base ai risultati preliminari, l’azienda di Mountain View ha violato il DMA con l’auto-preferenza in Search e l’anti-steering in Play Store.
Me at the zoo: 20 anni fa, il primo video su YouTube
YouTube, la piattaforma che più di ogni altra è entrata a gamba tesa sulla TV tradizionale cambiando le nostre abitudini e permettendoci di prendere confidenza con il concetto di streaming, compie 20 anni. Per essere più precisi, a spegnere le candeline è oggi il primo video caricato sulla piattaforma, quel Me at the zoo che i suoi protagonisti mai avrebbero pensato potesse diventare un pezzo di storia. Già, perché la fondazione vera e propria della società che avrebbe poi ceduto il servizio a Google risale a un paio di mesi prima, al 14 febbraio 2005.
Il primo video su YouTube compie 20 anniEra il 24 aprile 2005 e la clip è quella visibile qui sotto. 19 secondi girati allo zoo di San Diego, in California, davanti al recinto degli elefanti. Rigorosamente in 4:3, come imponeva lo standard dell’epoca. Nessuno sapevo cosa sarebbe stato di lì a breve uno smartphone e cosa avrebbe comportato l’esplosione del settore mobile. La risoluzione di upload è 240p.
Il primo piano è di Jawed Karim, allora 25enne, co-fondatore insieme a Steve Chen e Chad Hurley. Pochi ne sono a conoscenza, ma i tre sono stati tra i primi dipendenti di PayPal e il progetto è stato finanziato proprio con il denaro accumulato in seguito all’acquisizione da parte di eBay.
La ripresa è stata effettuata da Yakov Lapitsky, un compagno di scuola. Questa la trascrizione.
Bene, quindi eccoci qui di fronte agli, ehm, elefanti. E la cosa bella di questi ragazzi è che hanno delle proboscidi davvero, davvero, davvero lunghe. Ehm… questo è, questo è fantastico. E questo è praticamente tutto quello che c’è da dire.
Non un vero e proprio trattato di zoologia, a dire il vero, ma il video entrerà comunque a modo suo nella storia.
C’è anche un piccolo easter egg. Come visibile qui sopra, l’indicatore che mostra l’avanzamento della riproduzione è stato trasformato per l’occasione in una torta di compleanno.
Valve: Steam non sarà più supportato nei sistemi Linux obsoleti
Valve ha annunciato importanti cambiamenti che interessano il supporto per la sua piattaforma Steam per Linux. Nello specifico, a partire dalla data del 15 agosto 2025, il client non sarà più supportato su distribuzioni con una versione GNU C Library (glibc) più vecchia della 2.31.
Valve annuncia il termine del supporto Steam per i sistemi Linux obsoleti e non aggiornatiGli utenti che utilizzano un sistema Linux con una libreria GNU obsoleta non potranno avviare né Steam né i giochi acquistati finché non aggiorneranno il sistema operativo. La maggior parte degli utenti non ha tuttavia motivo di preoccuparsi.
Le versioni di glibc precedenti alla 2.31 si trovano infatti in distribuzioni Linux ormai rilasciate cinque o più anni fa, come Debian 10 (Buster), Ubuntu 18.04 LTS (Bionic Beaver), Fedora 31, Linux Mint 19, la famiglia CentOS 7/RHEL 7, RHEL 8, AlmaLinux 8 e Rocky Linux 8. Trattandosi di distribuzioni pensate per l’utilizzo desktop, è improbabile che queste versioni siano ancora utilizzate da qualcuno, dato anche che molte di queste non sono ormai più supportate.
Chi tuttavia, per un motivo o per un altro, fosse rimasto ancora a una di queste vecchie versioni, dovrà naturalmente aggiornare il suo sistema per continuare a usare Steam. La libreria GNU è molto importante per il client di Valve perché è un componente runtime di basso livello su cui si basano tutte le applicazioni Linux a collegamento dinamico, funzionando come un vero e proprio kit di strumenti universale che i programmi usano per attività quotidiane come aprire file, visualizzare testo, comunicare in rete o richiedere memoria al kernel.
Quando Steam e i relativi titoli compilati con simboli glibc più recenti, le vecchie librerie non riescono a interpretare le chiamate, rendendo impossibile l’esecuzione sia del client che dei giochi, motivo per cui è strettamente necessario aggiornare la distribuzione Linux installata.
Rimanendo in team, qualche giorno fa è emerso un inedito prototipo di Steam Deck che è stato venduto per una cifra di 2000$ e di cui potete approfondire di più nel nostro articolo.
Apple non rispetta il DMA con la Core Technology Fee
La Commissione europea ha chiuso l’indagine avviata a fine marzo 2024 sulla scelta delle app e le impostazioni predefinite su iOS, tenendo conto delle modifiche apportate da Apple. In base ai risultati preliminari è stata invece confermata la violazione del Digital Markets Act (DMA) con la Core Technology Fee (CTF).
Sufficienti le modifiche di iOSLa Commissione europea aveva avviato due indagini il 25 marzo 2024. Una riguardava la clausola anti-steering, per la quale Apple ha ricevuto una sanzione di 500 milioni di euro. L’altra era relativa agli obblighi di scelta delle app. Quando è iniziato il procedimento, l’azienda di Cupertino non consentiva di rimuovere le app preinstallate, cambiare facilmente le impostazioni predefinite di iOS e scegliere facilmente browser e motore di ricerca.
Come previsto a fine marzo da Reuters, questa indagine è stata chiusa perché Apple ha introdotto diversi cambiamenti a partire da iOS 17.4. Gli utenti europei possono scegliere un browser alternativo a Safari tramite una schermata di scelta e le app predefinite per chiamate, messaggi, tastiera, password manager e traduttore. È inoltre possibile disinstallare diverse app di Apple, tra cui Safari.
Violazione del DMA con la CTFLa Commissione europea ha avviato il 24 giugno 2024 un’altra indagine sulle nuove condizioni contrattuali relative alla distribuzione delle app tramite store alternativi. Apple ha introdotto la famigerata Core Technology Fee (CTF) che gli sviluppatori devono pagare per ogni prima installazione annuale dell’app dopo un milione di download.
In base ai risultati preliminari, Apple ha violato il DMA in quanto questa nuova commissione disincentiva gli sviluppatori ad utilizzare uno store alternativo. Inoltre, la procedura per l’installazione delle app da altri store è onerosa e confusionaria.
Apple non ha dimostrato che tali misure siano necessarie e proporzionate. L’azienda di Cupertino ha ora la possibilità di esercitare il diritto alla difesa esaminando i documenti e commentando la decisione preliminare.
Fedora 43: nuova proposta per rimuovere i pacchetti GNOME X11
Il supporto a X11 sta man mano scomparendo dalle distribuzioni Linux, che ormai preferiscono il ben più moderno Wayland, il quale permette di garantire animazioni più fluide, veloci e dalla grafica più curata. Con Fedora 43, la prossima versione prevista per la fine dell’anno, si punta a un desktop GNOME esclusivamente basato su Wayland, abbandonando completamente il supporto a GNOME X11.
Fedora 43: una nuova proposta suggerisce la rimozione dei pacchetti GNOME X11Una nuova proposta, avanzata per Fedora 43 da uno sviluppatore, prevede la rimozione dei pacchetti GNOME X11 dai repository di Fedora, in modo da utilizzare unicamente la più moderna sessione Wayland. La proposta attende, come di consueto, l’approvazione della commissione interna (FESCo). Tuttavia, la stabilità di GNOME Wayland, il supporto a funzionalità avanzate come HDR (esclusivo di Wayland) e il progressivo abbandono di X11/X.Org Server rendono questo passaggio un’evoluzione naturale e attesa per la prossima versione della distribuzione.
Di seguito quanto riportato nella proposta per Fedora 43:
“Nell’ambito dello sforzo upstream per rimuovere il supporto a X11 da GNOME, Fedora non includerà più i pacchetti GNOME X11. La sessione GNOME X11 non è praticamente sottoposta a test e non viene sviluppata praticamente per niente.
Da diversi anni si sta lavorando attivamente a monte per eliminare i rimanenti ostacoli all’esperienza utente che impedivano l’eliminazione del codice della sessione X11, e questo lavoro è stato completato con GNOME 48. L’obiettivo upstream è di eliminarlo per GNOME 50, disabilitandolo di default in fase di compilazione per GNOME 49.
Questa modifica implementa efficacemente l’obiettivo GNOME 50 in GNOME 49, poiché non c’è nessuno che possa supportare eventuali problemi con GNOME X11 upstream. La sessione X11 è già piuttosto piena di bug, con gravi problemi irrisolti in Mutter (come rhbz#2179566 e glgo#GNOME/mutter#3868) e recentemente Phoronix non è riuscita a confrontare GNOME X11 con Wayland perché “GNOME su X11 non funzionava nemmeno a causa di bug”.
Eliminare la sessione GNOME X11 ci permette ora di accettare la realtà: la sessione GNOME X11 semplicemente non è più supportata (né da noi né da GNOME upstream)”.
A partire da GNOME 50, atteso per il prossimo anno, il supporto a X11 potrebbe completamente essere rimosso.
Sollecito di pagamento per una multa? Occhio alla truffa
È in atto una nuova massiccia campagna di phishing che invia email e SMS con solleciti di pagamento per false sanzioni stradali. In realtà è una truffa: non c’è alcuna multa. L’avviso arriva da CERT-AGID, il Computer Emergency Response Team dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Vediamo di cosa si tratta e come evitare di cadere nella trappola.
Multa o Truffa? Attenzione a email e SMSIl messaggio può presentarsi in diverse forme, riportando informazioni apparentemente credibili relative all’importo, al numero della pratica e alla scadenza imminente per effettuare il versamento. Include sempre un link che invitiamo a non aprire: punta a un sito Web (come quello visibile qui sotto) in cui verrà chiesto di inserire i dettagli inerenti alla carta di credito per saldare il debito. C’è anche il logo della piattaforma pagoPA, utilizzato in modo fraudolento.
È sufficiente dare uno sguardo al dominio che ospita la pagina qui sopra per capire che qualcosa non va: wbsprt.com. Naturalmente, non è il solo: tra gli esempi forniti c’è anche luxuryonlochlomond.co.uk. I cybercriminali ne sfruttano migliaia diversi e non sempre le autorità riescono a bloccarli in breve tempo. Per questo è bene prestare attenzione.
Dunque, come evitare di cadere nella trappola dei cybercriminali e delle loro campagne di phishing? I suggerimenti sono quelli di sempre.
- Diffidare da qualsiasi richiesta proveniente via email o SMS;
- fare attenzione alle comunicazioni con toni allarmistici o scadenze imminenti;
- verificare con attenzione l’indirizzo del sito.
Riportiamo infine il testo dell’email riportato nella segnalazione di CERT-AGID. Se lo hai ricevuto nella tua casella di posta elettronica, sappi che non si tratta di una multa, ma di una truffa. Il titolo è “Gentile Sollecito di Pagamento relativo a Sanzione Stradale – Team PagoPA Veloce”.
Egregio/a proprietario/a del veicolo,
Le scriviamo da Team PagoPA Veloce con la presente per richiamare La Sua attenzione su un importo ancora dovuto per una sanzione relativa a una violazione del codice della strada, identificata dal numero di riferimento [81768902].
L’importo attualmente in attea di pagamento ammonta a 174 €.
La preghiamo di considerare che, in caso di mancata ricezione del pagamento entro la fine della giornata odierna, l’importo complessivo sarà automaticamente aggiornato alla cifra di 450 €.
Al fine di agevolare la Sua regolarizzazione ed evitare l’applicazione dell’importo maggiorato, Le mettiamo a disposizione la nostra piattaforma sicura per il pagamento online tramite il seguente collegamento:
Accedi al Pagamento Sicuro Online
Importo attuale: 174 € (Valido fino ad oggi)
Importo successivo (a partire da domani): 450 €
Le ricordiamo che, una volta decorso il termine indicato, non sarà più possibile procedere con il versamento dell’importo iniziale.
RingraziandoLa per la Sua cortese attenzione e collaborazione,
Team PagoPA Veloce
Il Servizio Sanzioni Stradali a Sua disposizione
*Questo messaggio è stato generato automaticamente dal sistema PagoPA. Per qualsiasi necessità di assistenza o domanda in merito al pagamento online, La invigiamo a consultare [Informazioni di contatto della Sua autorità per i pagamenti online].*
MUST HAVE: il logo Star Wars in versione LEGO sta arrivando
Mancano pochi giorni al lancio e trovi il nuovo set LEGO dedicato al logo di Star Wars in preordine su Amazon. Si tratta di una prenotazione al prezzo minimo garantito. Vale a dire che, se l’e-commerce deciderà di applicare uno sconto da qui al lancio, sarà applicato in automatico prima di effettuare il pagamento, abilitando così un risparmio automatico.
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LEGO: Star Wars, il logo è in preordine su AmazonIspirato a un design di molto tempo fa, da una galassia lontana lontana…, è una riproduzione 3D della collezione build-and-display, perfetto da esporre a casa o in ufficio. Misura 13 cm di altezza, 30 cm di larghezza e 3 cm di profondità. È composto da un totale pari a 700 pezzi e presenta i classici dettagli in greebling nelle aree nere. C’è anche una sorpresa nascosta all’interno della lettera T, un piccolo easter egg. Con l’app Builder puoi visualizzare una versione digitale in tre dimensioni del modello mentre lo costruisci, monitorando i progressi. Visita la pagina dedicata per conoscere tutti gli altri dettagli.
La data di uscita è fissata per l’1 maggio, giusto in tempo per l’edizione 2025 dello Star Wars Day (4 maggio). Acquistalo al prezzo di 69,99 euro con la prenotazione al minimo garantito.
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Amazon si occupa direttamente sia della vendita che della spedizione, offrendoti inoltre la consegna gratuita. La riproduzione 3D a mattoncini del logo è un must have per i fan della saga. Non rischiare di dover fare i conti con il sold out: ordinalo oggi, potrebbe andare a ruba e diventare introvabile come succede con i set più richiesti.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Intel: le GPU Arc Xe3 potrebbero usare memorie VRAM GDDR7
Dopo il successo delle GPU Battlemage, da subito molto richieste dopo il loro lancio, le ultime indiscrezioni rivelano che Intel è alla ricerca di nuove figure esperte per lavorare alle prossime schede video Xe3 Celestial, le quali dovrebbero usare le più recenti memorie GDDR7.
Intel: le GPU Celestial potrebbero far uso di VRAM GDDR7Intel è riuscita a far successo lo scorso anno, stupendo il mercato con le sue due nuove GPU Battlemage, vale a dire Arc B580 e B570, le quali hanno suscitato grande interesse tra il pubblico, proprio per l’assenza di soluzioni a prezzo abbordabile. Attualmente, alla conclusione del secondo trimestre di quest’anno, l’azienda non ha ancora rilasciato novità ufficiali per quanto riguarda i futuri piani per le sue GPU desktop, suggerendo che non avesse grandi ambizioni in merito. Tuttavia, nuove informazioni suggeriscono adesso a Santa Clara si stia lavorando a interessanti modelli che dovrebbero essere dotati dei recenti moduli memoria VRAM GDDR7.
Un annuncio riguardo la ricerca di personale, il quale è stato notato dal noto insider Haze2K1, svela che Intel sta attualmente lavorando all’integrazione delle memorie GDDR7 nelle future GPU Arc di fascia desktop consumer. Inoltre, al contrario di quello che affermavano le indiscrezioni precedenti, l’azienda sta lavorando a ulteriori varianti Battlemage basate sul processore grafico BMG-G31, il che potrebbe tradursi in un modello di fascia alta della serie.
Future Arc graphics cards to use GDDR7 ⁉️🤔 pic.twitter.com/hnFTkAGYZb
— Haze (@Haze2K1) April 20, 2025
Nonostante tali informazioni non svelino nulla di dettagliato, risulta quasi palese come Intel abbia intenzione di investire maggiormente nei suoi prodotti che riguardano le GPU desktop, specie con il nuovo CEO Lip-Bu Tan, il quale vuole puntare con decisione sulla fascia consumer, il cui successo dipenderà dalla capacità di soddisfare le aspettative. Naturalmente, non resta che attendere ulteriori aggiornamenti e indiscrezioni in merito, per saperne di più.
Intel è nel frattempo impegnata anche sulla prossima generazione di CPU Nova Lake, la cui produzione è stata nuovamente affidata a TSMC. Il nodo proprietario 18A, i cui miglioramenti gli permettono ormai di essere alla pari del processo N2 di TSMC, verrà invece impiegato per i processori Panther Lake e Xeon Clearwater Forest.
Copilot+ PC: il notebook Dell XPS 13 è sceso al PREZZO MINIMO
Dell XPS 13 (9350) non è il solito portatile: oggi in forte sconto su Amazon, il notebook rientra a pieno tiolo nella categoria dei Copilot+ PC. Integra infatti un comparto hardware con processore di ultima generazione e supporto nativo all’intelligenza artificiale. Ha un display Infinity Edge da 13,5 pollici con risoluzione Full HD+ e pannello da 120 Hz. Non lasciartelo sfuggire al suo prezzo minimo storico.
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Notebook: Dell XPS 13, il Copilot+ PC portatileIl cuore pulsante è rappresentato da Intel Core Ultra 7 258V con chip grafico Intel Arc e NPU per l’AI, affiancato da 32 GB di RAM LPDDR5X e da un’unità SSD NVMe M.2 da 1 TB per l’archiviazione dei dati. A questo si aggiungono la connettività Wi-Fi e Bluetooth, la tastiera QWERTY con layout italiano (sopra ci sono i tasti funzione intelligenti), il trackpad in vetro senza giunture, webcam 1080è con microfono, altoparlanti, tante porte fisiche e batteria con autonomia elevata. Scopri di più nella scheda completa. Il sistema operativo preinstallato è Windows 11 Pro con licenza ufficiale e ricezione immediata di tutti gli aggiornamenti distribuiti da Microsoft. Lo stesso vale per le nuove funzionalità, come nel caso di Recall.
Approfittane ora: trattandosi di un’offerta a tempo potrebbe andare sold out o terminare da un momento all’altro. Non lasciarti sfuggire il forte sconto e acquista Dell XPS 13 (9350) al prezzo finale di 1.839 euro, il minimo storico da quando è in vendita.
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Il notebook è venduto e spedito da Amazon con disponibilità immediata e consegna gratis entro domani se lo ordini subito. La colorazione è Platinum, quella visibile in queste immagini.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Honor Choice Earbuds S7 cuffie Bluetooth con cancellazione rumore a 34,80€
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Annunciare un nuovo prodotto come disponibile da subito, salvo poi rilasciare molte funzionalità solo più avanti, è una strategia di marketing piuttosto diffusa. Ci è cascata persino Apple con il suo pacchetto di funzioni AI. E a farglielo notare ci ha pensato la National Advertising Division.
Apple Intelligence e la pubblicità ingannevoleQuando Apple ha lanciato la pagina web di Apple Intelligence, in cima alla pagina campeggiava la scritta “disponibile ora“. Gli utenti quindi si aspettavano che funzioni come Genmoji, Image Playground e l’integrazione con ChatGPT fossero già pronte all’uso con l’uscita dell’iPhone 16. Peccato che non fosse proprio così…
Come ha fatto notare la NAD, che si occupa di verificare la veridicità delle campagne pubblicitarie, Apple aveva relegato in una notina a piè di pagina il fatto che alcune funzionalità sarebbero arrivate solo in un secondo momento. Una piccola nota che, secondo l’organizzazione, non era “sufficientemente chiara e visibile, oltre che lontana dalle affermazioni principali“.
Dall’iPhone 16 a Siri, le promesse non mantenute di AppleMa non è finita qui. Perché se è vero che alcune funzionalità di Apple Intelligence sono effettivamente arrivate con l’iPhone 16, come gli strumenti di scrittura e la rimozione di oggetti indesiderati dalle foto, altre si sono fatte attendere. E alcune, come la nuova Siri potenziata dall’AI, non si sono ancora viste. Tanto che l’azienda ha dovuto ritirare uno spot con l’attrice Bella Ramsey che mostrava le mirabolanti capacità della nuova Siri, come ricordare il nome di una persona incontrata mesi prima.
La NAD bacchetta Apple, che promette di rimediareDi fronte a queste evidenze, la NAD ha invitato Apple a rimuovere o correggere l’espressione “disponibile ora” utilizzata per pubblicizzare Apple Intelligence. Secondo l’organismo, quella frase poteva indurre facilmente gli utenti a credere che tutte le funzionalità annunciate fossero già utilizzabili. Per evitare malintesi, Apple ha prontamente aggiornato i suoi materiali promozionali. Ma non senza una punta di permalosità.
“Anche se non siamo d’accordo con le conclusioni della NAD relative alle funzionalità che sono disponibili per gli utenti ora, apprezziamo l’opportunità di lavorare con loro e seguiremo le loro raccomandazioni“, ha dichiarato un portavoce dell’azienda. Insomma, Apple ammette l’errore ma non troppo.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Il bollitore intelligente di Xiaomi è ora in offerta a soli 46€
Sì, anche un semplice bollitore può diventare un prodotto tecnologico meraviglioso. E lo Xiaomi Mi Smart Kettle Pro è proprio uno di questi. È un dispositivo intelligente in grado di regolare la temperatura dell’acqua e di mantenerla così da permetterti di gustarti una tisana, un tè caldo o cucinare quello che vuoi in maniera semplice, veloce e soprattutto sicura. Su eBay ora il bollitore Xiaomi Mi Smart Kettle Pro è in promozione a soli 46€ utilizzando il codice sconto PSPRAPR25.
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Raggiungi sempre la temperatura che vuoiCon il bollitore smart Xiaomi Mi Smart Kettle Pro hai innanzitutto un prodotto estremamente elegante in cui lo stile e il design si uniscono perfettamente alla dimensione tech. Lo puoi tenere a vista sul top della cucina o sul ripiano in soggiorno e non sfigurerà mai.
Ma il bello di Xiaomi Mi Smart Kettle Pro sta nell’utilizzo. Puoi non solo impostare la temperatura che vuoi, ma puoi anche sfruttare le cinque modalità preimpostate specifiche per le diverse preparazioni. Hai quindi la modalità 40°C per i probiotici, quella 50°C per il latte in polvere, quella 70°C per gli alimenti dei bambini, 80°C per il tè e 90°C per il caffè.
XIAOMI MI SMART KETTLE PRO BOLLITORE ELETTRICO ACQUA CON APP 1,5 LITRI 1800W
In qualsiasi momento ti basta premere un tasto e Xiaomi Mi Smart Kettle Pro si occupa di riscaldare la bevanda di cui hai bisogno. E poi puoi controllare il bollitore dall’app sullo smartphone e impostare l’opzione di mantenimento del calore fino a 12 ore. Una volta che hai iniziato a usarlo ti renderai conto di quanto ti è utile.
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Un’idea regalo utile e originale per chi ha appena cambiato casa, si è sposato o sta per diventare genitore. Con Xiaomi Mi Smart Kettle Pro, ogni momento di relax ha la temperatura perfetta.
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Nonostante la decisione da parte di Intel di voler utilizzare un approccio “a doppia fornitura”, affidando a TSMC la produzione delle CPU desktop Nova Lake e alle sue fonderie i prossimi processori Panther Lake e Clearwater Forest, il nodo proprietario 18A è comunque tra i più attesi nel settore, con l’azienda che vuole anche dimostrare l’ambizione di poter assumere un ruolo primario nel settore.
Intel: migliora molto il nodo 18A, ora alla pari con TSMCAllo stato attuale, diverse divisioni Intel hanno ottenuto prestazioni e risultati inferiori alle aspettative. Il futuro appare tuttavia promettente, soprattutto grazie alla divisione Intel Foundry Services (IFS). Sotto la guida di Pat Gelsinger, la fonderia ha acquisito molta priorità, spingendo così l’azienda verso una maggiore integrazione verticale della catena di approvvigionamento.
Sebbene i risultati passati non siano stati sempre positivi, il processo 18A, ormai prossimo al debutto, apre nuove prospettive. Durante l’evento del VLSI Symposium 2025, l’azienda di Santa Clara ha presentato il suo nuovo processo processo, evidenziando significativi progressi che riguardano molti aspetti cruciali, quali la resa, la velocità, il consumo energetico e altro.
Il processo Intel 18A offre innanzitutto un miglioramento della densità superiore al 30% rispetto al precedente Intel 3, grazie a tecnologie come PowerVia e BSPDN. Per quanto riguarda le prestazioni, la potenza e l’area (PPA), 18A garantisce un incremento della velocità del 25% e una riduzione del consumo energetico del 36% a 1,1V con un sotto-blocco standard di core Arm. Inoltre, il processo 18A ottimizza l’utilizzo dell’area, consentendo una maggiore efficienza e la possibilità di realizzare design a densità più elevata.
Un aspetto notevole del nuovo nodo Intel è la mappa del “voltage droop”, che mostra la stabilità del nodo in condizioni di alte prestazioni. Grazie alla tecnologia PowerVia, 18A assicura una distribuzione di energia più stabile. Un confronto delle librerie di celle evidenzia che l’alimentazione sul lato posteriore consente una disposizione più compatta delle celle e un miglioramento dell’efficienza dell’area, liberando spazio per il routing sul lato anteriore.
18A rappresenta quindi il nodo più avanzato di Intel Foundry, con tassi di resa in miglioramento davvero interessanti e che possono rendere molto competitiva l’azienda. Al confronto con la concorrenza, 18A eguaglia la densità SRAM del processo N2 di TSMC, posizionando l’azienda all’avanguardia e praticamente alla pari della fonderia taiwanese.
Come già anticipato nelle ultime notizie, il processo 18A troverà applicazione nei processori Panther Lake e nelle CPU Xeon Clearwater Forest, motivo per cui è già pronto per la produzione in massa di tali prodotti.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Kevin Systrom: Instagram era una minaccia per Facebook
Kevin Systrom, co-fondatore di Instagram, ha segnato un punto a favore della FTC (Federal Trade Commission). Durante la sua testimonianza al processo antitrust ha dichiarato che Meta ha ridotto le risorse per l’app di foto sharing, in quanto minacciava la crescita di Facebook. Systrom ha quindi smentito le affermazioni di Mark Zuckerberg.
Utenti in aumento prima dell’acquisizioneSystrom ha co-fondato Instagram insieme a Mike Krieger, ricoprendo il ruolo di CEO fino al 2018, quando ha rassegnato le dimissioni (anche a causa di contrasti con Zuckerberg). È un testimone chiave della FTC perché potrebbe confermare la tesi dell’agenzia governativa, ovvero che Meta ha acquisito Instagram e WhatsApp per eliminare la concorrenza.
Durante la sua testimonianza, Zuckerberg aveva affermato che Instagram non avrebbe mai raggiunto l’attuale popolarità senza l’aiuto di Facebook (oggi Meta). Systrom ha dichiarato esattamente l’opposto. La crescita di Instagram era esponenziale con migliaia di iscrizioni al giorno. Il primo rallentamento è stato registrato circa un anno dopo l’acquisizione.
Su Facebook veniva suggerito l’uso di Instagram e c’era il cross-posting tra le app. Nel 2018, poco prima delle dimissioni di Systrom e Krieger, Zuckerberg ha deciso di eliminare l’integrazione perché Instagram rappresentava una minaccia per la crescita di Facebook. All’epoca, Instagram aveva un miliardo di utenti, circa la metà di Facebook, ma solo 1.000 dipendenti contro i 35.000 di Facebook.
Systrom ha inoltre dichiarato che Zuckerberg non ha fornito nessuna risorsa (soldi e persone) per aggiungere funzionalità video e migliorare la privacy dopo lo scandalo Cambridge Analytica. L’avvocato di Meta ha tentato di screditare la testimonianza di Systrom, evidenziato che Instagram non avrebbe mai avuto successo come azienda indipendente. Systrom ha risposto che questa era una delle tante probabilità e non c’era nessuna certezza.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Meta, Oversight Board chiede chiarimenti sulle norme contro l'odio
Quando si tratta di moderazione dei contenuti, Meta non può fare quello che vuole. A ricordarglielo ci pensa il suo stesso Consiglio di Sorveglianza, l’Oversight Board. E stavolta, non le ha mandate a dire.
A gennaio Meta ha introdotto le nuove politiche sui discorsi d’odio. Un cambiamento che, secondo il Consiglio, è stato “annunciato frettolosamente, in una deviazione dalla procedura regolare“. Insomma, Mark Zuckerberg e soci hanno deciso di allentare le maglie sui contenuti offensivi senza dare troppe spiegazioni.
Il Consiglio di Sorveglianza di Meta chiede chiarezza sulla nuove politiche contro i discorsi d’odioIl Consiglio non ci sta e ha chiesto a Meta di fornire maggiori informazioni sulle nuove regole. Non solo: l’organismo vuole che l’azienda valuti l’impatto di queste politiche sugli utenti più vulnerabili, che riporti pubblicamente i risultati e che aggiorni il Consiglio ogni sei mesi. Perché quando si tratta di hate speech, la trasparenza non è un optional.
Ma facciamo un passo indietro. Perché Meta ha deciso di ammorbidire le sue politiche sui discorsi d’odio? Secondo molti osservatori, la svolta è arrivata in vista dell’insediamento del presidente Donald Trump, in un tentativo di permettere “più libertà di parola” su Facebook, Instagram e Threads. Peccato che questa libertà sia andata a scapito delle tutele per immigrati e comunità LGBTQIA+.
Di fronte a questo scenario, il Consiglio di Sorveglianza non è rimasto a guardare. Ha inviato a Meta ben 17 raccomandazioni, chiedendo tra le altre cose di misurare l’efficacia del nuovo sistema di note della community, di chiarire la sua posizione rivista sulle ideologie di odio e di migliorare l’applicazione delle sue politiche contro le molestie. Inoltre, ha ricordato a Meta il suo impegno del 2021 a rispettare i Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti Umani, coinvolgendo le parti interessate colpite dalle nuove politiche. Cosa che, a quanto pare, Meta non ha fatto.
Il Consiglio di Sorveglianza bacchetta MetaIl Consiglio di Sorveglianza non ha il potere di dettare legge sulle politiche generali di Meta. Può solo esprimersi sui singoli casi, e l’azienda è tenuta a seguire le sue indicazioni. Intanto, nelle decisioni pubblicate su 11 casi riguardanti varie piattaforme di Meta, il Consiglio sembra aver criticato diverse delle nuove politiche annunciate da Zuckerberg.
Musk riduce l'impegno con il DOGE per seguire Tesla
L’indiscrezione era circolata all’inizio del mese. Ora è arrivata la conferma dal diretto interessato. Elon Musk ha comunicato che dedicherà solo uno o due giorni alla settimana al DOGE (Department Of Government Efficiency), in quanto il lavoro è quasi completo. L’uomo più ricco del mondo si occuperà principalmente di Tesla, visto il crollo delle vendite e dei profitti.
Musk seguirà la crisi di TeslaDopo aver finanziato la campagna elettorale di Donald Trump, Elon Musk è stato scelto dal Presidente degli Stati Uniti per ridurre la spesa pubblica attraverso il DOGE. In circa tre mesi sono stati licenziati migliaia di dipendenti governativi, annullati centinaia di contratti di appalto e tagliati miliardi di finanziamenti considerati inutili.
Uno degli ultimi tagli ha riguardato la National Science Foundation (NSF), agenzia governativa che sostiene la ricerca in molti campi della scienza (escluso quello medico). La NSF ha perso circa 135 milioni di dollari che servivano per sovvenzionare diversi progetti di ricerca, tra cui quelli avviati per combattere la disinformazione e i deepfake AI.
Durante la chiamata sugli utili, Musk ha dichiarato che il lavoro del DOGE è quasi finito, quindi ridurrà il suo impegno a uno o due giorni alla settimana. Non lascerà il DOGE, ma come consulente speciale del governo può lavorare solo 130 giorni all’anno.
Musk avrà quindi più tempo da dedicare a Tesla. L’azienda è stata praticamente “boicottata” in diversi paesi proprio per il suo lavoro al DOGE. In base ai risultati del primo trimestre fiscale 2025, i profitti netti sono diminuiti del 71% rispetto all’anno precedente.
Oltre alle incertezze dei mercati dell’automotive e dell’energia, nella lettera ai azionisti (PDF) viene evidenziato anche l’impatto sulla domanda di veicoli Tesla del “cambiamento del sentimento politico“.
Documenti su IO: 5 milioni di attivazioni per IT-Wallet
Sono trascorsi poco più di quattro mesi e mezzo dal lancio per tutti di Documenti su IO, risalente al dicembre scorso, e la funzionalità dell’app IO ha raggiunto il traguardo dei 5 milioni di attivazioni. È quanto si legge sul sito ufficiale del progetto (appena rinnovato). L’iniziativa sta prendendo piede.
5 milioni di attivazioni per Documenti su IOSi tratta della caratteristica basata sul sistema IT-Wallet che permette di aggiungere all’applicazione le versioni digitali dei propri documenti. Hanno validità legale, al pari delle loro controparti tradizionali. Possono dunque essere esibite, ad esempio, alle forze dell’ordine durante un controllo oppure negli uffici della Pubblica Amministrazione per lo svolgimento delle pratiche burocratiche.
A fronte di 5 milioni di attivazioni, gli italiani che hanno scelto di utilizzare la funzionalità hanno aggiunto all’applicazione 8,3 milioni di documenti. Lo hanno fatto con maggiore frequenza per la tessera sanitaria (4,3 milioni), seguita dalla patente di guida (4 milioni). Conclude il trittico la carta europea della disabilità (circa 100.000).
Non ci sono aggiornamenti da segnalare in merito alla possibilità di caricare anche la carta di identità. Se ne è discusso lo scorso anno, in più occasioni, ipotizzando un’integrazione all’inizio del 2025. Nessuna fonte ufficiale si è però pronunciata di recente in merito.
Le ultime novità per l’app IOL’app IO può essere considerata un cantiere aperto, per definizione, fin dall’avvio del progetto risalente all’ormai lontano 2019.
Tra le ultime novità introdotte, alle quali abbiamo dedicato alcuni articoli e approfondimenti su queste pagine, ci sono l’attivazione rapida di SEND per le notifiche digitali, l’aggiunta di alcuni servizi della Motorizzazione Civile (scopri come controllare i punti della patente) e la modifica dello stile carattere. Quest’ultima è dedicata all’accessibilità, rendendo i testi più facili da leggere e da interpretare.
Si attende ora l’aggiornamento che introdurrà il supporto al tema scuro. Il riferimento è già visibile all’interno dell’applicazione, ma l’opzione non risulta ancora selezionabile.
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Privacy Sandbox è naufragato una volte per tutte. Dopo anni di annunci, polemiche e ritardi, Google ha deciso di mantenere l’attuale approccio ai cookie di terze parti in Chrome.
Privacy Sandbox di Google, un progetto controversoMa facciamo un passo indietro. Nel 2020, Google aveva lanciato in pompa magna Privacy Sandbox. L’obiettivo dichiarato era seguire le orme di Firefox e Safari eliminando i cookie di terze parti da Chrome. Una mossa che, certo, avrebbe migliorato la privacy degli utenti, ma che puzzava lontano un miglio di strategia commerciale: proporre alternative come l’API Topics (che traccia comunque gli interessi in base alla navigazione) significa essenzialmente tentare di prendersi una fetta ancora più grossa del mercato pubblicitario.
Fin da subito, però, il progetto aveva sollevato non poche perplessità. Gli inserzionisti temevano un crollo dei profitti, mentre i garanti della privacy non si sono bevuti la storia. L’Electronic Frontier Foundation ha addirittura invitato gli utenti a disattivare immediatamente Privacy Sandbox. Secondo l’EFF, infatti, Big G continuava comunque a tracciare la navigazione. Convinzione condivisa anche dalle autorità antitrust degli Stati Uniti e del Regno Unito avevano avviato delle indagini su Big G.
Google abbandona i piani per eliminare i cookie di terze partiLe nubi erano sempre più scure su Privacy Sandbox. Google aveva già fatto alcune concessioni, come la possibilità per gli utenti di scegliere se aderire o meno a un Chrome senza cookie. Ma ora sembra che l’iniziativa sia definitivamente naufragata. Troppi ostacoli e troppi interessi contrastanti per andare avanti.
Chi esulta per questo dietrofront è il Movement for an Open Web (MOW), che nel 2020 aveva presentato una denuncia contro Privacy Sandbox all’autorità britannica per la concorrenza. Per il co-fondatore James Rosewell, l’annuncio di Google suona come un’ammissione che il progetto è morto e sepolto.
E ora che succede? Google continuerà a cercare nuove soluzioni per conciliare la privacy degli utenti e gli interessi degli inserzionisti? O si rassegnerà allo status quo, con buona pace di chi vorrebbe una navigazione meno “tracciata”?
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Apple ha dato il via a una vera e propria rivoluzione interna per quel che riguarda Siri. Infatti, secondo quanto riferito da Mark Gurman di Bloomberg nel corso delle ultime ore, Mike Rockwell, che a inizio anno è stato nominato nuovo responsabile dell’ingegneria di Siri andando a prendere il posto di John Giannandrea, ha avviato un’ampia revisione del team dirigenziale, sostituendo numerosi manager con fidati collaboratori provenienti dal gruppo che ha sviluppato il software di Apple Vision Pro.
Siri: revisione del team dirigenziale in corsoAndando maggiormente in dettaglio, Ranjit Desai, ex braccio destro nello sviluppo del Vision Pro, prenderà in carico l’intera piattaforma e i sistemi sottostanti di Siri, mentre Olivier Gutknecht, altro nome forte dal mondo Vision Pro, guiderà il team dedicato all’esperienza utente di Siri.
Vi è poi Stuart Bowers, già responsabile della parte dati, valutazioni e training, che avrà un ruolo sulla comprensione contestuale delle richieste, e David Winarsky, storico volto del progetto Siri, che guiderà un nuovo gruppo focalizzato su voce e linguaggio.
Anche veterani come Nate Begeman e Tom Duffy sono stati reclutati per riorganizzare l’architettura software alla base dell’assistente.
L’intento del colosso di Cupertino sarebbe pertanto quello di puntare tutto sull’integrazione tra il mondo di Apple Vision Pro e Siri, probabilmente anche in vista delle future evoluzioni del sistema operativo spaziale e della diffusione dei dispositivi XR. Ciò potrebbe rappresentare la chiave per trasformare Siri in vera AI capace di competere senza il benché minimo problema con la concorrenza, cosa che allo stato attuale non è assolutamente in grado di fare.
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