Juventus, Atalanta e Milan in Champions: quando e come vederle

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 08:36

Ci siamo: iniziano i playoff di Champions League e sono ben tre le squadre italiane impegnate in questa fase del torneo (da vedere in streaming su NOW): Juventus, Atalanta e Milan in campo da questa sera per guadagnare il passaggio agli ottavi di finale. L’Inter è già qualificata, mentre il Bologna è stato eliminato nei gironi.

Guarda la Champions League in streaming

Champions League: guarda Juventus, Atalanta e Milan

I playoff si disputano con la formula “andata e ritorno”. Il primo match della Juventus è in programma per oggi (martedì 11 febbraio alle ore 21:00), in casa contro gli olandesi del PSV Einhoven. Gli uomini di Motta affrontano il match con il favore del pronostico, anche per il fatto di poter schierare il nuovo arrivato Kolo Muani, che in campionato ha già avuto un impatto devastante. La puoi guardare sulla piattaforma.

Trasferta belga invece per l’Atalanta, impegnata domani sera (mercoledì 12 febbraio alle ore 21:00) contro il Club Brugge. È un avversario alla portata dello squadrone di Gasperini, ma che tra le mura di casa ha già dimostrato in questa stagione un’incredibile solidità difensiva.

Fischio d’inizio in contemporanea anche per la sfida di Rotterdam che vedrà il Milan giocarsi l’andata dei playoff contro il Feyenoord. Qui, l’osservato speciale sarà senza alcun dubbio Gimenez, arrivato tra i rossoneri nella sessione invernale del calciomercato e proveniente proprio dagli olandesi: riuscirà a segnare il più classico gol dell’ex?

Guarda la Champions League in streaming

Per poter guardare le partite della Champions League devi solo attivare il pass Sport di NOW: la piattaforma trasmette 185 partite su 203 in esclusiva. È disponibile da 14,99 euro al mese per i primi 12 mesi e include la Formula 1, la MotoGP e molte altre competizioni. L’accesso è garantito da tutti i dispositivi, dagli smartphone ai tablet, fino ai computer e ai televisori.

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Office 2021 Pro 35,24 € a vita e Windows 11 Pro a prezzo speciale per San Valentino!

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 08:27

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App IO, aggiornamento disponibile: c'è anche Satispay

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 08:09

È da segnalare la disponibilità di un nuovo aggiornamento per l’app IO. Questa volta non vede protagonista IT-Wallet e i suoi documenti in formato digitale. È in download su Google Play nella versione per smartphone Android e su App Store per quelli iOS (iPhone). Tra le novità introdotte c’è anche il supporto a Satispay come metodo di pagamento per gli avvisi pagoPA della Pubblica Amministrazione.

Satispay nell’app IO per gli avvisi pagoPA

Riportiamo di seguito il changelog ufficiale con le novità introdotte. Fa riferimento anche a una funzionalità legata all’interfaccia, che adatta automaticamente la dimensione dei testi in base alle impostazioni di sistema, nel nome dell’accessibilità.

  • L’interfaccia di IO cambia con te: ora l’app adegua automaticamente la dimensione dei testi in base alle impostazioni di sistema che scegli, per una visualizzazione ottimale in ogni circostanza;
  • ora puoi pagare gli avvisi pagoPA anche con Satispay, oltre agli altri metodi già presenti (carta di debito o credito, BANCOMAT Pay, MyBank, Paga con Postepay e PayPal).
  • abbiamo risolto problemi tecnici minori per garantirti la migliore esperienza sull’app.

Per quanto riguarda il supporto a Satispay come metodo di pagamento all’interno di IO, si tratta quasi certamente di un rollout graduale. Dopo aver installato l’aggiornamento all’ultima versione su Android, sul nostro smartphone ancora non risulta possibile aggiungerlo (dalla sezione Portafoglio). Anche la guida in-app non lo menziona e lo stesso vale per quella sul sito.

Stando ai numeri ufficiali, l’applicazione ha fatto registrare fino a oggi un totale pari a 43,18 milioni di download, con un incremento significativo in concomitanza con la distribuzione per tutti di IT-Wallet, avvenuta a inizio dicembre. A questo proposito, ancora si attendono novità in merito all’arrivo della carta di identità. Il metodo di autenticazione più utilizzato è SPID (nel 90,90% dei casi). Il volume dei messaggi inviati dagli entri arriverà presto a toccare quota 1 miliardo (929.166.298).

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Apple corregge bug iPhone e iPad sfruttato per attacco sofisticato

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 08:06

Apple si è sempre fregiata di un’aura di invulnerabilità. Eppure una falla nella gestione della porta USB ha permesso ad alcuni hacker di violare la privacy degli utenti. Ecco perché Apple ha rilasciato degli aggiornamenti di emergenza per iOS e iPadOS. La vulnerabilità permetteva di disabilitare l’USB Restricted Mode.

Apple corregge bug su iPhone e iPad

Introdotta nel lontano 2018, doveva essere lo scudo definitivo contro gli accessi non autorizzati. L’idea era semplice: se un iPhone o un iPad resta bloccato per più di un’ora, la porta USB diventa inutilizzabile per lo scambio di dati. Un lucchetto digitale a prova di grimaldello. O almeno, così pensavamo…

Ma gli hacker, si sa, amano le sfide. E qualcuno di loro, particolarmente abile e determinato, ha trovato il modo di aggirare quella serratura apparentemente inviolabile. Con un attacco che Apple stessa ha definito “estremamente sofisticato“, sono riusciti a disabilitare l’USB Restricted Mode e ad accedere ai dati degli utenti.

A svelare l’arcano è stato Bill Marczak, un ricercatore del Citizen Lab, un gruppo di esperti di cybersicurezza dell’Università di Toronto. Sui dettagli, almeno per ora, preferisce mantenere il riserbo.

Update your iPhones.. again! iOS 18.3.1 out today with a fix for an ITW USB restricted mode bypass (via Accessibility) https://t.co/jcrsab7RGu pic.twitter.com/ER42QQcsLj

— Bill Marczak (@billmarczak) February 10, 2025

Chi ha usato la falla, e contro chi?

E qui, il mistero si infittisce. Chi ha sfruttato questa vulnerabilità, e per colpire chi? I sospetti, neanche a dirlo, si concentrano su quelle forze dell’ordine che in passato non hanno disdegnato l’uso di strumenti di hacking per violare la privacy di attivisti e giornalisti scomodi. Come quelle autorità serbe che, secondo Amnesty International, avrebbero usato il famigerato software Cellebrite per intrufolarsi nei telefoni di voci critiche.

E Apple, in tutto questo, tace. Nessun commento, nessuna spiegazione. Solo un aggiornamento software rilasciato in tutta fretta, come a voler mettere una pezza su una falla imbarazzante.

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Attenzione alla nuova campagna phishing delle false email di Polizia

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 08:00

La Polizia Postale ha segnalato un’intensa campagna di phishing che veicola false email che sembrano essere state inviate dalle forze dell’ordine. All’interno una comunicazione che avvisa il destinatario in merito a un’indagine in corso sul suo conto. L’accusa è detenzione di materiale pedopornografico sui propri dispositivi.

Fulvio Manco, comandante del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Puglia, ha spiegato che le truffe più diffuse sono proprio quelle di phishing. “Il phishing è un fenomeno tramite il quale i criminali ottengono dalle vittime dati sensibili, account e-mail o di social network, ma soprattutto credenziali di accesso alle piattaforme di home banking”, ha spiegato il comandante.

Le false email che sembrano essere inviate dalla Polizia presentano elementi che le fanno sembrare autentiche. In primis il logo ufficiale della Polizia di Stato e dell’Europool. Inoltre, viene anche integrata la firma e il nome del direttore centrale dell’anticrimine della Polizia di Stato, o il direttore della Polizia Postale.

Obiettivo delle false email di Polizia e strumenti di difesa

L’obiettivo di queste false email che sembrano inviate dalla Polizia di Stato o dalla Polizia Postale è quello di generare panico nel destinatario. Una volta in preda alla paura, è più facile manipolare la vittima e ottenere quello che si vuole. I cybercriminali cercano di rubare i dati personali per il furto di identità.

Inoltre, una volta in contatto con la vittima, i criminali metteranno in campo strategie di ricatto. Queste serviranno per estorcere denaro in modo facile e veloce. Come difendersi da questi possibili attacchi che stanno generando migliaia di vittime in tutta Italia?

“Come Polizia postale raccomandiamo di diffidare da simili messaggi, spiega il comandante Manco. Sostanzialmente è importante non agire mai quando si ha paura o urgenza. Meglio prendersi del tempo per verificare bene la comunicazione.

Una prima cosa da fare è quella di verificare l’indirizzo email per esteso che, spesso, non coincide con quello delle forze dell’ordine. Inoltre, è importante ricordare che Polizia e altri enti non comunicano questioni di natura giudiziaria e/o penale tramite email.

La chiamata che approva il tuo curriculum è una truffa telefonica

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 07:30

Trovare un lavoro ben retribuito e che permetta di godersi anche la vita non è affare semplice e forse è appannaggio un po’ per tutti. Chi è alla ricerca di un lavoro, qualunque esso sia, potrebbe essere in pericolo. Infatti, in questi giorni sono state segnalate diverse chiamate con l’obiettivo successivo di rubare dati personali, con relativo furto di identità, e denaro. Soprannominata la truffa telefonica del curriculum, questa chiamata è attenzionare.

Al momento, gli utenti che l’hanno ricevuta, riferiscono di una voce registrata che dice: “Il tuo curriculum è stato approvato. Contattaci subito tramite WhatsApp a questo numero […]”. Forse non è la prima volta che ti imbatti in un tentativo di raggiro simile. Sono tante le strategie per truffare gli utenti e la chiamata che promette un lavoro ben remunerato che impegna poco è tra le più gettonate dai cybercriminali.

Questo perché sono tantissimi gli utenti che cadono in questa trappola. Sapere che il proprio curriculum è stato approvato, dopo magari aver inviato un mare di candidature, non fa percepire che dietro quella voce robotica in realtà si nasconde una pericolosa e insidiosa truffa telefonica. Vediamo come si sviluppa e quali caratteristiche bisogna ricordare per evitare di finire nella trappola.

Come funziona la truffa telefonica del curriculum

Online siamo tutti monitorati. Quindi i cybercriminali riescono a ottenere informazioni dal nostro traffico dati attraverso metodi di tracking se non siamo protetti da sistemi in grado di rendere anonime le nostre attività online, come le VPN. Per questo, in molti casi, sanno come colpirci. La truffa telefonica della chiamata del curriculum approvato non sembra capitare a caso.

Gli utenti che l’hanno ricevuta, nella maggioranza dei casi, avevano inviato realmente il proprio curriculum o avevano contattato aziende tramite piattaforme social dedicate o altri portali come Subito.it e simili. Questo è il primo modo sfruttato dai criminali per contattarti. L’altro sono i social network e quello che posti.

Se l’utente si fida della chiamata ricevuta, credendo che il suo curriculum abbia fatto colpo, finirà in pieno dentro questa truffa. Il primo elemento per riconoscerla è proprio il numero di telefono da contattare su WhatsApp. Tramite chat i criminali riescono a essere più persuasivi e convincenti, identificandosi con brand famosi per ottenere la fiducia della preda.

Successivamente, vengono proposti lavori da remoto che richiedono attività semplici e piacevoli come mettere like a post, guardare video e altro di simile. I pagamenti arrivano puntuali. Altro elemento che genera fiducia nell’utente. Fino a quando viene chiesto di investire somme sempre più alte e con compensi importanti. Anche in questo caso inizialmente la vittima riceve il compenso, ma alla somma prestabilita i criminali spariranno con il denaro.

Musk tenta acquisizione di OpenAI, offerta da 97 miliardi di dollari

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 07:03

Elon Musk non si arrende mai… Ora guida un gruppo di investitori in un’offerta da 97,4 miliardi di dollari per acquisire OpenAI.

Elon Musk punta al controllo di OpenAI con un’offerta da 97,4 miliardi di dollari

Ma facciamo un passo indietro. Musk non è nuovo a colpi di testa e mosse a sorpresa. Dopotutto, stiamo parlando dell’uomo che ha venduto lanciafiamme per finanziare la sua azienda di tunnel sotterranei e che ha chiamato suo figlio X Æ A-12. Ma questa volta, il magnate sembra fare sul serio.

Ha radunato una squadra di investitori di primo piano, dal suo braccio destro xAI a pesi massimi come Valor Equity Partners e Baron Capital, e ha incaricato il suo avvocato di presentare un’offerta formale al consiglio di amministrazione di OpenAI. L’obiettivo? Riportare OpenAI alle sue radici open-source e orientata alla sicurezza, anche a costo di fonderla con xAI.

La risposta piccata di Sam Altman

La risposta del CEO di OpenAI, Sam Altman, non si è fatta attendere. In un tweet al vetriolo, Altman ha offerto di acquistare X (l’ex Twitter) di Musk per circa 9,74 miliardi di dollari, un decimo della proposta di Musk per OpenAI. Una mossa provocatoria, certo, ma che dimostra come OpenAI non sia disposta a cedere il controllo tanto facilmente.

no thank you but we will buy twitter for $9.74 billion if you want

— Sam Altman (@sama) February 10, 2025

E mentre il consiglio di amministrazione di OpenAI rimane in silenzio, gli investitori si scatenano: SoftBank sarebbe pronta a scommettere 40 miliardi di dollari sul braccio for-profit di OpenAI, con una valutazione da capogiro di 300 miliardi post-money.

Una partita a scacchi tra titani

Ma non è finita qui. OpenAI ha annunciato il mese scorso un piano ambizioso per costruire un’imponente infrastruttura di AI negli Stati Uniti. Insieme a SoftBank e Oracle, investirà 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per dare vita al Progetto Stargate. Una rete di supercomputer e data center dedicati all’AI. Una mossa che dimostra come OpenAI non solo non sia in vendita, ma abbia piani ben precisi per il suo futuro.

Cambia la risoluzione di due canali sul digitale terrestre

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 07:00

L’evoluzione della piattaforma digitale terrestre italiana è sotto gli occhi di tutti. A mutare non sono solo i canali legati alle trasmissioni su scala nazionale, ma anche le emittenti che trasmettono su scala locale. Oggi dobbiamo aggiornarvi in merito a una modifica di risoluzione da parte di due canali appartenenti al MUX LOCALE 4 Lombardia.

Si tratta di un multiplex regionale molto importante. Infatti, conta diversi canali disponibili nella regione e in zone limitrofe che completano l’offerta di intrattenimento radiotelevisivo italiano regionale. Interessati sono quindi gli utenti della Lombardia e chi si trova in altre regioni vicino al confine. Ecco la lista dei canali appartenenti a questo multiplex aggiornata al 10 febbraio 2025:

  • 19 CR 1 HD
  • 73 RADIO BRUNO HD
  • 79 CANALE1 LOMBARDIA
  • 80 LOMBARDIA TV80
  • 95 STUDIO 1
  • 110 TELE SHOPPING
  • 112 CAFE TV 24
  • 116 PIU VALLI TV 2
  • 117 GALAXY TV
  • 118 VIDEOBRESCIA
  • 175 LIFE ZONE
  • 184 SMART TV
  • 186 STUDIO PIU TV
  • 277 TELEMANTOVA HD
  • 351 70-80 TV
  • 352 RADIO 4YOU TV 2
  • 799 RTR 99 DAB

Di tutti questi canali, i protagonisti degli aggiornamenti attuali sono due: Più Valli TV 2 e TELE SHOPPING. L’altro giorno un altro canale aveva apportato modifiche locali importanti sul digitale terrestre.

Cosa è successo a Più Valli TV 2 e TELE SHOPPING sul digitale terrestre

Iniziamo con TELE SHOPPING, il canale commerciale disponibile sia a livello locale che nazionale sulla piattaforma digitale terrestre. Al momento è ancora disponibile sul MUX LOCALE 4 Lombardia, ma con schermo nero e senza logo. Gli addetti ai lavori prevedono che questa modifica anticipi la cessione dell’LCN 110 a un altro canale o al suo possibile e temporaneo inutilizzo.

Comunque, TELE SHOPPING rimane disponibile a livello nazionale presso l’LCN 225 con l’identificativo Teleshopping.

Continuiamo con Più Valli TV 2 che al momento ha modificato la risoluzione delle sue trasmissioni e programmazioni. Se prima il canale in questione trasmetteva con risoluzione 1280 x 720, al momento, pur non avendo abbandonato l’alta definizione, trasmette con risoluzione 960 x 1080 pixel.

In caso di problemi con la ricezione di questi due canali, Più Valli TV e TELE SHOPPING, è necessario effettuare una ricerca automatica dei canali e verificare che sul proprio apparecchio sia attiva la risintonizzazione automatica. Solo così ci si assicura la lista canali del digitale terrestre aggiornata.

NotebookLM Plus gratis per gli utenti di Google One AI Premium

Punto Informatico - Mar, 02/11/2025 - 06:37

NotebookLM Plus, la versione a pagamento del suo assistente AI per prendere appunti e fare ricerche, è finalmente per gli utenti individuali abbonati al piano Google One AI Premium. Una mossa che arriva quasi due mesi dopo il debutto per le aziende su Google Cloud e tramite Google Workspace.

NotebookLM Plus arriva su Google One AI Premium per gli utenti individuali

Per accedere a NotebookLM Plus, gli utenti dovranno abbonarsi al piano Google One AI Premium. Venti dollari al mese potrebbero sembrare tanti, ma il gioco vale la candela. L’utilizzo è 5 volte superiore rispetto alla versione gratuita, con un numero pressoché illimitato di notebook, fonti e query di chat. E per gli studenti over 18 negli Stati Uniti, c’è anche uno sconto del 50%. Un’offerta che – come direbbe Don Corleone, non si può rifiutare…

Kelly Schaefer, la mente dietro NotebookLM, non ha dubbi: l’interesse dei consumatori, e soprattutto degli studenti, per questo strumento è alle stelle. D’altronde, chi non vorrebbe un assistente personale in grado di trasformare i propri appunti in podcast? Con la funzione Audio Overviews, NotebookLM è in grado di generare conversazioni audio a partire dai contenuti caricati dagli utenti. Un’idea così rivoluzionaria che persino colossi come ElevenLabs e Meta si sono affrettati a copiarla.

Ma le ambizioni di Google non si fermano qui. Schaefer ha annunciato che il team sta lavorando a un’app mobile dedicata a NotebookLM. Perché limitarsi al desktop quando si può avere l’intelligenza artificiale a portata di mano? E non è tutto. Audio Overviews, attualmente disponibile solo in inglese, presto parlerà molte altre lingue. Un passo fondamentale per conquistare un pubblico globale.

Intelligenza artificiale per tutti

Mentre NotebookLM Plus si fa strada tra i singoli utenti, una domanda sorge spontanea: che ne sarà della versione gratuita? Schaefer assicura che il supporto agli utenti non paganti continuerà.

I numeri parlano chiaro: negli ultimi tre mesi, NotebookLM ha totalizzato oltre 28 milioni di visite. Un traguardo impressionante, che dimostra quanto l’intelligenza artificiale stia entrando nelle vite di tutti noi. Con NotebookLM Plus, Google scommette sul desiderio delle persone di avere un assistente personale sempre al loro fianco.

Il Governo potrebbe usare le Poste per fermare l'arrivo di Iliad in TIM

Zeus News - Mar, 02/11/2025 - 01:30
News - L'azienda telefonica resterebbe in mani italiane.

Conto business online per freelance e aziende: perché conviene scegliere Finom

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 20:52

Conto Finom è una delle opzioni più interessanti per chi è alla ricerca di un conto aziendale ricco di vantaggi e in grado di adattarsi alle proprie necessità. L’istituto, infatti, propone piani dedicati a freelance, società e imprese con la possibilità per ogni cliente di poter scegliere la versione più in linea con le esigenze del proprio business.

I piani proposti da Finom sono disponibili anche con un mese di prova gratuita che consente al cliente di “testare” le caratteristiche del servizio, valutando pro e contro e poi andando a scegliere il piano più adatto. Finom propone un conto con IBAN italiano, cashback fino al 3%, la fatturazione elettronica e altri strumenti do contabilità e fatturazione.

Per iniziare subito la prova gratuita basta visitare il sito ufficiale Finom.

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Conto Finom: la scelta giusta per freelance, società e imprese

Il conto aziendale di Finom può essere personalizzato dal cliente, andando a scegliere tra uno dei piani dispositivi. Per i freelance c’è anche un piano a canone zero, che elimina i costi di mantenimento garantendo ugualmente un servizio di ottima qualità.

Tutte le versioni del Conto Finom includono un conto con IBAN italiano, disponibile entro 24 ore dalla richiesta, e la possibilità di accedere alle carte fisiche e virtuali VISA, con anche il cashback fino al 3% sulle spese sostenute (l’importo del cashback varia in base al piano scelto.

Le carte possono essere utilizzate anche con Google Pay e Apple Pay. C’è poi la fatturazione elettronica, la possibilità di effettuare la riconciliazione e di garantire l’accesso al commercialista che potrà consultare, direttamente, il conto aziendale.

A prescindere dal piano scelto, Finom garantisce la possibilità di gestire il conto tramite la sua piattaforma online, semplificando l’accesso a tutti i servizi inclusi. Per un quadro completo sui piani disponibili e per attivare la prova gratuita basta seguire il link qui di sotto.

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La riduzione del danno: perché preoccuparsi

Zeus News - Lun, 02/10/2025 - 20:30
Editoriale - Lezioni di Cassandra.

OpenAI accelera sullo sviluppo del suo chip proprietario

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 19:54

OpenAI procede spedita verso lo sviluppo del suo chip AI proprietario. Secondo Reuters, l’obiettivo è chiudere il progetto nei prossimi mesi e affidare la produzione a TSMC, il colosso taiwanese dei semiconduttori.

Indipendenza da Nvidia e maggiore efficienza

Con un chip proprietario, OpenAI ridurrà la dipendenza dalle GPU di Nvidia per l’addestramento e l’esecuzione dei suoi modelli AI. TSMC produrrà il chip utilizzando la tecnologia a 3 nanometri, più efficiente, con “memoria ad alta larghezza di banda” e “ampie capacità di networking“, secondo Reuters.

Al debutto, OpenAI impiegherà il suo chip proprietario su scala limitata, principalmente per l’esecuzione dei modelli di AI, riferisce Reuters. L’azienda ha però in programma di sviluppare future versioni del chip con processori e capacità più avanzate.

Nel frattempo, il team interno di OpenAI dedicato alla progettazione di questi chip, guidato da Richard Ho (ex ingegnere specializzato nei chip TPU di Google), ha raddoppiato le sue dimensioni negli ultimi mesi, passando da 20 a 40 persone. Cosa vuol dire? Che l’azienda sta premendo sul pedale dell’acceleratore per sviluppare una propria infrastruttura hardware.

OpenAI investe miliardi di dollari nell’infrastruttura AI

I giganti della tecnologia come OpenAI hanno riversato miliardi di dollari nella costruzione dell’infrastruttura per l’AI e nell’acquisto di chip per alimentare i loro modelli sempre più esigenti. E non sembra che la spesa rallenterà presto, nonostante la startup DeepSeek abbia messo in dubbio la necessità per le aziende di acquistare migliaia di chip per alimentare i loro sistemi.

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Europa deve snellire le regole sull'AI: l'appello di big tech e startup

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 19:16

Il vertice sull’intelligenza artificiale a Parigi non poteva iniziare in modo più dirompente. Ben 60 aziende europee – dalle big tech alle startup di AI, inclusa la francese Mistral, hanno aderito a un’iniziativa per aiutare l’Europa a diventare leader nell’AI. Ma il fatto stesso che abbiano sentito il bisogno di aderire evidenzia la percezione diffusa che l’Europa, allo stato attuale, non sia affatto vicina a una leadership in questo campo.

Big tech e startup chiedono norme UE più semplici su AI e dati

L’EU AI Champions Initiative sarà svelata all’Eliseo nell’ambito dell’AI Action Summit di Parigi, ospitato dal presidente francese Emmanuel Macron. Attesa anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Presenti i capi di stato di vari governi europei, tra cui Germania, Polonia e Irlanda. Assenti invece Stati Uniti e Regno Unito.

Paradossalmente, l’iniziativa è guidata dal braccio europeo di un venture capital americano, General Catalyst. Il pensiero diffuso è che l’approccio europeo all’AI è stato finora troppo rigido. Jeannette zu Fürstenberg, managing director e responsabile Europa di General Catalyst, ha dichiarato a TechCrunch che le aziende consolidate e le startup si sono unite per “spingere sull’adozione dell’AI“. “È un’enorme opportunità per l’ecosistema tech europeo“, ha aggiunto. “Vogliamo accelerare un ‘volano’ funzionale tra gli innovatori, le startup e chi adotta l’AI“.

Secondo il rapporto di General Catalyst, l’adozione dell’AI generativa potrebbe aumentare la produttività annuale europea fino al 3% entro il 2030.

L’appello alla Commissione Europe: “Semplificate le regole”

Zu Fürstenberg ha annunciato che l’iniziativa coinvolgerà la Commissione Europea in un processo strutturato per individuare possibili semplificazioni normative. L’obiettivo è ridurre la complessità e le sovrapposizioni tra diverse leggi che attualmente creano conflitti e incertezze nel settore tecnologico.

Oggi esistono regolamenti che si accavallano, come il Data Governance Act, le normative settoriali per settori specifici come telecomunicazioni e banche, l’AI Act e, più in generale, il quadro normativo trasversale che li lega. Tuttavia, questi regolamenti non seguono uno standard unificato, generando ancora più confusione.

Secondo Arthur Mensch, CEO di Mistral AI, l’EU AI Champions Initiative arriva in un momento cruciale. Il tempo del dibattito e dei progetti pilota su piccola scala è finito. Ora è fondamentale che i responsabili politici europei, i leader del settore e le startup sfruttino appieno il potenziale dell’AI. Dello stesso parere anche Robin Rombach, co-fondatore di Black Forest Labs, che ha sede in Germania. L’azienda ha sfornato uno dei migliori generatori di immagini AI: Flux Pro 1.1 Ultra.

Insomma, il vertice di Parigi lancia un segnale forte: l’Europa non vuole essere tagliata fuori dalla corsa all’AI, ma per farlo deve semplificare le sue regole.

Attacco brute force con 2,8 milioni di indirizzi IP

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 18:47

The Shadowserver Foundation ha rilevato un imponente attacco di forza bruta che utilizza circa 2,8 milioni di indirizzi IP al giorno per scoprire le credenziali di numerosi dispositivi di rete, tra cui quelli venduti da Palo Alto Networks, Ivanti e SonicWall. Lo scopo è ovviamente ottenere il controllo remoto per future attività illecite.

Botnet o proxy residenziali

Un attacco brute force (forza bruta) consiste nel tentare ripetutamente l’accesso ad un account o ad un dispositivo (come in questo caso) usando varie combinazioni username/password finché non viene trovata quella corretta. I cybercriminali sfruttano spesso un elenco di password note perché molti utenti non cambiano quella predefinita.

L’attacco monitorato da fine gennaio da The Shadowserver Foundation sfrutta quasi 2,8 milioni di indirizzi IP al giorno. La maggioranza di essi (circa 1,1 milioni) proviene dal Brasile, seguito da Turchia, Russia, Argentina, Marocco e Messico, ma sono molti i paesi che partecipano all’attività.

I bersagli sono principalmente i dispositivi di sicurezza (firewall, gateway, VPN) che proteggono la rete aziendali. I dispositivi usati invece per eseguire l’attacco sono soprattutto i router di MikroTik, Huawei, Cisco, Boa, ZTE, ASUS e TP-Link che vengono controllati dai cybercriminali.

I suddetti dispositivi (e quindi i rispettivi indirizzi IP) appartengono quasi certamente ad una botnet. Alcuni potrebbero essere proxy residenziali, ovvero router domestici compromessi che vengono usati per nascondere la provenienza dell’attacco.

È consigliato l’uso di password robuste (non quella predefinita), l’attivazione dell’autenticazione multi-fattore, la creazione di una whitelist di indirizzi IP e la disattivazione dell’interfaccia web di amministrazione. Ovviamente deve essere installato l’ultimo firmware disponibile. Se il dispositivo non viene più aggiornato da anni deve essere sostituito.

Windows 11, il tasto Menu torna disponibile al posto di Copilot

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 18:07

Come forse molti sapranno, all’inizio del 2024 Microsoft ha iniziato a fare pressione sui produttori di computer portatili affinché integrassero un tasto speciale sulla tastiera dedicato all’attivazione di Copilot, l’intelligenza artificiale del produttore.

Purtroppo, un tasto esistente ha dovuto cedere. Di conseguenza, Microsoft ha scelto di rimuovere il tasto Menu, collocato tra i tasti Alt e Ctrl sulla destra. Naturalmente, la decisione dell’azienda americana ha fatto arrabbiare molti utenti, che ora si vedono privati dei vantaggi offerti dal tasto Menu.

Come promemoria, questo tasto consente di aprire un menu contestuale dalla tastiera anziché con un clic del tasto destro del mouse. Molto utile quando non si dispone di un mouse, ad esempio, e per chi è abituato a navigare rapidamente con la tastiera.

Microsoft fa marcia indietro sul tasto Copilot, si può trasformare nel tasto Menu

Secondo le informazioni riportate da PhantomOfEarth su X, uno specialista dell’ecosistema Windows, Microsoft si sta finalmente preparando a fare marcia indietro su questa controversa modifica. Afferma che il produttore permetterà presto agli utenti di ripristinare la funzione originale del tasto Copilot. In altre parole, potranno trasformarlo in un tasto Menu!

Future builds will add the option to remap the Copilot key to open a context menu.

— phantomofearth ⛄ (@phantomofearth) February 9, 2025

Lo scorso settembre, Microsoft aveva già fatto qualche concessione autorizzando una riassegnazione limitata del tasto Copilot. Tutto quello che si poteva fare era utilizzarlo per lanciare un’applicazione pacchettizzata firmata MSIX… Quindi, il controllo concesso agli utenti era minimo.

Ad ogni modo, il problema di fondo rimane: Microsoft continua a forzare l’uso del tasto Copilot, senza dare agli utenti la possibilità di disattivarlo o riassegnarlo liberamente. Forse è arrivato il momento che l’azienda smetta di imporre questa scelta.

L’integrazione forzata di Copilot

Dal lancio di Copilot, Microsoft ha fatto in modo che la sua AI fosse onnipresente… anche a costo di incorrere nell’ira degli utenti. Recentemente, ad esempio, ha testato un’opzione che apre automaticamente Copilot all’avvio del browser Edge. Una scelta discutibile.

Anche la scorciatoia da tastiera scelta da Microsoft per Copilot sta causando problemi. Attualmente assegnata alla combinazione Alt + Spazio, questa scorciatoia di sistema entra regolarmente in conflitto con altre applicazioni che la utilizzano per altre funzioni. Ma evidentemente l’azienda è determinata a mantenere questa scelta senza troppi ripensamenti.

Juventus - PSV: dove vedere in TV i Play Off di Champions League

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 18:06

Torna in campo la Champions League: dopo la fase a girone unico, infatti, tocca ora ai Play Off che vedono le italiane grandi protagoniste. Martedì 11 febbraio, a partire dalle 21:00, infatti, andrà in scena Juventus – PSV. Si tratta di un appuntamento importantissimo per la Juventus che arriva al primo crocevia della stagione, dopo una prima parte di campionato costellata da troppi pareggi.

Juventus – PSV sarà trasmessa in diretta TV su Sky, per tutti gli utenti che hanno attivato un abbonamento con il pacchetto Sky Sport incluso. Questo pacchetto consente di seguire tutta la Champions League e molti altri contenuti.

Per chi non ha Sky, invece, c’è la possibilità di attivare subito una delle offerte in corso. In questo caso, infatti, l’accesso ai contenuti è immediato (senza la necessità di attendere l’arrivo del decoder Sky) e avviene tramite Sky Go.

Le offerte disponibili sono diverse. Il pacchetto Sky Sport costa 22,90 euro al mese e può essere abbinato a tre diversi bundle. Per i dettagli completi in merito vi rimandiamo al paragrafo seguente. L’offerta, invece, è disponibile tramite il sito ufficiale di Sky.

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Sky Sport: le offerte per vedere Juventus – PSV

Ecco le promo da scegliere per accedere a Sky Sport e vedere Juventus – PSV:

  • Sky TV + Sky Calcio; aggiungendo anche il pacchetto Sky Sport il costo complessivo è di 34,90 euro al mese
  • Sky & Netflix; aggiungendo anche il pacchetto Sky Sport il costo complessivo è di 37,80 euro al mese
  • Sky & Netflix + Sky Cinema; aggiungendo anche il pacchetto Sky Sport il costo complessivo è di 47,80 euro al mese

È sempre incluso Sky Go.

A tutte le promo indicate è sempre possibile aggiungere ulteriori pacchetti per arricchire l’abbonamento. La durata del periodo promozionale è di 18 mesi e non ci sono vincoli alla fine di tale periodo. Per accedere alle offerte basta seguire il link qui di sotto.

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Microsoft Teams: feed simile a quello di Facebook

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 17:54

Secondo le fonti di Tom Warren (The Verge), Microsoft ha avviato i test per un feed integrato direttamente in Teams. Il design è simile a quello di Facebook. Prenderà in pratica il posto di Workplace che Meta chiuderà nel 2026. Maggiori informazioni verranno sicuramente divulgate durante la conferenza Build (19-22 maggio 2025).

Storyline nella chat di Teams

Meta ha annunciato Workplace nel 2016. È una piattaforma collaborativa con chat, condivisione file e conferenze audio/video. A fine 2021 era stata annunciata l’integrazione con Teams. A causa dello scarso successo, l’azienda di Menlo Park ha comunicato a maggio 2024 che il servizio verrà chiuso il 1 giugno 2026 (dal 1 settembre 2025 sarà accessibile solo in modalità lettura).

Microsoft ha deciso di sviluppare un’alternativa. Nella sezione Chat di Teams verrà aggiunta la scheda Storyline che permette di accedere ad un feed simile a quello di Facebook. Nella parte superiore ci sono immagine di copertina, immagine del profilo, nome dell’utente, numero di post, follower e following. Sarà possibile pubblicare post e commentare quelli dei colleghi di lavoro.

Storyline è basato su Viva Engage, erede di Yammer. Viva Engage era già disponibile in Teams, ma era accessibile tramite una scheda separata (nascosta). Microsoft ha ora integrato la funzionalità Storyline di Viva Engage direttamente nell’interfaccia principale di Teams.

Il pulsante di Teams usato per inviare un messaggio diretto o creare un nuovo canale includerà l”opzione per creare un nuovo post Storyline. Microsoft offrirà alcune funzionalità a pagamento e gli amministratori IT potranno decidere chi può creare nuovi post o aggiungere determinati contenuti. L’anteprima pubblica sarà disponibile nei prossimi mesi.

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Come le smart plug possono aiutarti a ridurre gli sprechi energetici

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 17:30

Se a fine mese la bolletta ti sembra sempre troppo alta, il problema potrebbe non essere solo il consumo degli elettrodomestici che usi quotidianamente, ma anche di quelli che rimangono accesi senza che tu te ne accorga. Le smart plug possono aiutarti a gestire meglio i tuoi consumi, ottimizzando l’uso dell’energia e riducendo gli sprechi in modo intelligente.

Sono facili da installare e compatibili con molti dispositivi elettrici. Non a caso, le prese smart stanno diventando un elemento sempre più diffuso nelle abitazioni moderne.

Vediamo come funzionano e in che modo possono aiutarti a risparmiare.

Smart plug: cosa sono e come funzionano?

Le smart plug sono dispositivi che si collegano alle prese di corrente tradizionali e permettono di controllare a distanza gli apparecchi elettrici connessi. Ad esempio, puoi accendere la stufa elettrica mentre sei ancora a letto o spegnere il ferro da stiro dimenticato tramite un’app sullo smartphone.

Queste prese possono essere controllate:

  • Tramite app dedicata, disponibile per smartphone e tablet.
  • Con comandi vocali, se compatibili con assistenti come Alexa, Siri o Google Assistant.
  • Attraverso automazioni, impostando orari di accensione e spegnimento.

Una volta integrata in un sistema smart home, la presa intelligente consente di ottimizzare la gestione degli elettrodomestici e di ridurre gli sprechi.

Come si configura una smart plug?

Configurare una smart plug è semplice e richiede pochi passaggi:

  1. Inserisci la smart plug in una presa di corrente.
  2. Associala all’app tramite Wi-Fi o un protocollo compatibile (Zigbee, Z-Wave).
  3. Collega l’elettrodomestico alla presa smart.
  4. Configura impostazioni e automazioni nell’app dedicata.

Per funzionare correttamente, la smart plug necessita di una connessione alla rete domestica. Una volta configurata, potrai gestirla singolarmente o integrarla in un sistema domotico.

Alcuni modelli avanzati permettono anche di monitorare i consumi e ricevere notifiche in tempo reale.

Quali sono i vantaggi delle prese intelligenti?

Le prese intelligenti hanno due funzioni principali: gestire da remoto i dispositivi elettrici presenti in casa e ridurre il consumo di energia elettrica.  Ma in concreto, come fanno a farti risparmiare sulla bolletta?

Per ridurre i consumi avrai bisogno di strumenti che ti permettano di analizzarli in maniera capillare. Le prese intelligenti di fascia medio-alta dispongono di un sistema che consente di verificare i consumi in tempo reale o su base giornaliera/mensile. Questo ti permette di sapere con precisione quali sono gli elettrodomestici più energivori e scegliere se farne un uso più moderato o sostituirli con modelli più efficienti.

Un frigorifero o una lavatrice ereditati dal vecchio proprietario di casa potrebbero influire pesantemente sui consumi giornalieri. Spesso, è più conveniente sostituire gli elettrodomestici datati che affrontare il costo di bollette esorbitanti. 

1. Controllo da remoto e automazione

Le prese smart permettono di gestire da remoto i dispositivi collegati, migliorando la praticità e la sicurezza della casa.

2. Riduzione degli sprechi energetici

Le smart plug non rendono un elettrodomestico più efficiente, ma permettono di ottimizzarne l’uso. In particolare, possono aiutarti a:

  • Spegnere i dispositivi in standby (TV, console, PC, caricabatterie).
  • Programmare gli elettrodomestici per funzionare nelle fasce orarie più economiche.
  • Monitorare i consumi e identificare gli apparecchi più energivori.
3. Eliminazione dei consumi in standby

Molti dispositivi consumano energia anche quando non sono in uso. Una smart plug può spegnerli completamente, evitando sprechi inutili.

Un esempio di calcolo:

  • Un dispositivo in standby consuma circa 5 W.
  • Se ne hai 10 sempre collegati, il consumo annuo totale sarà: 5W×10dispositivi×24ore×365giorni=438kWh5 W × 10 dispositivi × 24 ore × 365 giorni = 438 kWh 5W×10dispositivi×24ore×365giorni=438kWh
  • Se il costo dell’energia è 0,12 €/kWh, il costo annuo dello standby è circa 52€.

Attenzione, però: alcune smart plug consumano fino a 1 W anche quando “spente”. Questo va considerato nel calcolo complessivo del risparmio.

4. Programmazione intelligente per ridurre i costi

Se il tuo contratto energetico prevede fasce orarie, puoi programmare l’uso degli elettrodomestici più energivori nei momenti di tariffa più conveniente.

Esempio di differenza tra fasce di prezzo:

  • F1 (ore di punta): 59,41 €/anno
  • F2 (fascia intermedia): 60,78 €/anno
  • F3 (fascia economica): 50,53 €/anno

Se programmi gli elettrodomestici nelle ore più convenienti, puoi risparmiare fino a 10€ all’anno per ogni dispositivo. Con più dispositivi, il risparmio totale potrebbe superare i 30-50€ annui.

Sicurezza domestica con le smart plug 1. Prevenzione di incidenti

Se dimentichi un elettrodomestico acceso, puoi spegnerlo da remoto ed evitare rischi di incendio o surriscaldamento.

2. Protezione da sovraccarico

Alcuni modelli avanzati interrompono l’alimentazione in caso di sovraccarico, proteggendo gli apparecchi e l’impianto elettrico. Tuttavia, le smart plug economiche non offrono questa funzione.

3. Notifiche sui consumi

Alcune prese smart segnalano anomalie nei consumi o interruzioni di corrente, permettendoti di intervenire subito.

Come scegliere la smart plug giusta?

Prima di acquistare una smart plug, considera:

  • Compatibilità con assistenti vocali (Alexa, Google Assistant, HomeKit).
  • Metodo di controllo (Wi-Fi o protocolli come Zigbee/Z-Wave).
  • Monitoraggio dei consumi (presente nei modelli più avanzati).
Fasce di prezzo Fascia di prezzo Funzionalità principali Entry level (15-20€) Controllo remoto tramite app, funzioni base. Fascia media (30-50€) Compatibilità con assistenti vocali, gestione dei consumi, notifiche. Fascia alta (50€+) Standard avanzati (Zigbee/Z-Wave), monitoraggio preciso, protezione da sovraccarico.

Le smart plug più economiche sono adatte per gestire dispositivi singoli, mentre quelle avanzate sono ideali per un ecosistema domotico completo.

Vale la pena investire in smart plug?
  • Sì, se vuoi migliorare la gestione energetica della casa.
  • No, se cerchi un risparmio drastico sulle bollette (per quello servono elettrodomestici più efficienti o impianti fotovoltaici).

Le prese smart sono economiche, facili da installare e possono ripagarsi da sole nel giro di un anno se usate correttamente. Oltre al risparmio energetico, migliorano la sicurezza e l’automazione della casa, rendendola più efficiente e smart.

Se vuoi iniziare a ridurre i consumi senza stravolgere le tue abitudini, le smart plug sono un’ottima scelta.

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Christie's vende opere d'arte AI, scoppia la polemica

Punto Informatico - Lun, 02/10/2025 - 17:27

Christie’s non è nuova all’arte generata dall’AI. Ma ora ha deciso di spingersi decisamente oltre. Organizzerà la sua prima asta dedicata esclusivamente a opere create con l’intelligenza artificiale. Una mossa che ha suscitato reazioni contrastanti.

Asta Christie’s di arte AI fa infuriare gli artisti

L’asta, intitolata “Augmented Intelligence“, vedrà protagoniste le opere di artisti come Mat Dryhurst, fondatore della startup Spawning AI. Il pezzo forte sarà un robot che dipinge dal vivo, al centro della scena nelle gallerie Christie’s del Rockefeller Center di New York a partire dal 20 febbraio.

Enter the world of Augmented Intelligence, Christie's first auction solely offering artworks created with AI. Featuring works from @refikanadol, @clairesilver12, @vanarman, @hollyherndon @matdryhurst and more, the sale challenges us to rethink the limits of artistic agency. pic.twitter.com/MwNZbQPDte

— Christie's (@ChristiesInc) February 7, 2025

La notizia dell’asta ha scatenato immediate reazioni sui social media. Molti hanno sottolineato come gli strumenti di AI generativa per l’arte siano stati addestrati sulle opere degli artisti senza il loro consenso. I critici sostengono che eventi come Augmented Intelligence mettano queste creazioni su un piedistallo, a scapito di chi crea arte per davvero.

È stata lanciata persino una petizione aperta per chiedere a Christie’s di cancellare l’asta. In meno di 24 ore ha raccolto oltre 1.800 firme. Un segnale forte del malessere che serpeggia nel mondo dell’arte.

Christie’s si difende: “Gli artisti usano l’AI in modo controllato”

Un portavoce di Christie’s ha replicato alle critiche: “Gli artisti rappresentati in questa vendita hanno tutti solide pratiche artistiche multidisciplinari, alcuni sono riconosciuti nelle collezioni dei principali musei. Le opere in quest’asta usano l’intelligenza artificiale per arricchire il loro corpus di lavori e, nella maggior parte dei casi, l’IA viene impiegata in modo controllato, con dati addestrati sugli input degli artisti stessi“.

Arte e IA, un connubio controverso

Al di là della polemica sull’asta di Christie’s, il dibattito sul rapporto tra arte e AI che va avanti già da tempo. L’intelligenza artificiale può offrire nuove possibilità creative, ma solleva anche questioni spinose sull’originalità e il rispetto del lavoro degli artisti.

Dove tracciare il confine tra ispirazione e appropriazione indebita? Come tutelare i diritti degli artisti in un mondo in cui l’IA può “imparare” dalle loro opere senza chiedere il permesso? E qual è il valore di un’opera creata da un algoritmo rispetto a una realizzata da mano umana? Sono domande che l’asta “Augmented Intelligence” di Christie’s ha riportato prepotentemente alla ribalta. Domande che il mondo dell’arte, e la società tutta, dovranno affrontare nei prossimi anni.

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