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L’iPhone 16e da poco presentato si fa notare anche e soprattutto per essere il primo smartphone di Apple a portare in dote il chip Wi-Fi C1 proprietario, ma pure per l’assenza del supporto MagSafe, feature che è invece comune a tutti gli altri modelli di “melafonino” a partire da iPhone 12, eccezion fatta per il primo modello di iPhone SE. Le due cose, però, non hanno alcun collegamento tra loro.
iPhone 16e: il modem C1 non ha a che vedere con l’assenza del MagSafeAndando più nello specifico, nelle scorse ore il sito MacWorld ha diffuso un’indiscrezione proveniente dall’industria degli accessori secondo cui l’assenza del supporto MagSafe su iPhone 16e sarebbe da attribuire a un’incompatibilità col modem C1 di Apple che il dispositivo ingloba. I magneti del sistema MagSafe interferirebbero con l’affidabilità del nuovo chip. A quanto pare, però, le cose non stanno in questa maniera.
Apple stessa, infatti, ha contatto la redazione di MacWorld per smentire ufficialmente l’ipotesi, riferendo che la mancanza del MagSafe su iPhone 16e non ha nulla a che vedere con il chip Wi-Fi proprietario, senza però fornire ulteriori dettagli.
Volendo avanzare delle ipotesi, la mancanza del MagSafe sarebbe eventualmente da attribuire al fatto che nell’intento di proporre il nuovo smartphone a un prezzo maggiormente accessibile rispetto agli altri, il colosso di Cupertino ha dovuto per forza di cose tagliare fuori alcune caratteristiche disponibili sui modelli superiori, al fine di lanciare un prodotto interessante, ma senza rischiare di cannibalizzare le vendite dell’iPhone 16 in versione base.
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Dal design compatto e potente nelle prestazioni, NiPoGi E2 un Mini PC con CPU di ultima generazione, oggi in forte sconto su Amazon. È perfetto per la scrivania di chi cerca un computer adatto a gestire la produttività quotidiana, lo studio, la navigazione online o l’intrattenimento multimediale nel tempo libero. Per approfittarne e acquistarlo al prezzo stracciato di 169 euro non devi far altro che attivare il coupon dedicato.
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Le caratteristiche di NiPoGi E2, il Mini PC per tuttiIl sistema operativo preinstallato è Windows 11 Pro con licenza Microsoft per ricevere tutti gli aggiornamenti non appena rilasciati. Di seguito diamo uno sguardo alle specifiche tecniche più importanti in dotazione, rimandando alla descrizione completa per altri dettagli.
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- connettività Wi-Fi dual band, Bluetooth ed Ethernet;
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Collane d’oro, velleità musicali, un nuovo look da “figo” della Silicon Valley. Mark Zuckerberg ci ha provato in tutti i modi a farsi amare dal pubblico. Ma a quanto pare, i suoi sforzi non hanno dato i frutti sperati. Almeno stando ai risultati di un recente sondaggio del Pew Research Center.
Gli americani non amano il nuovo Zuckerberg, ma nemmeno MuskLa ricerca ha messo a confronto la percezione degli americani su due figure chiave del mondo tech. Da un lato Mark Zuckerberg, appunto, e il suo “rivale” Elon Musk. E il verdetto è stato impietoso per entrambi: sia il CEO di Meta che quello di Tesla sono visti più negativamente che positivamente dagli intervistati. Ma se Musk può “consolarsi” con un 54% di opinioni sfavorevoli, Zuckerberg si attesta addirittura al 67%.
D’altronde, i due papà dei social si sono fatti notare, negli ultimi tempi, più per le loro controverse affiliazioni politiche che per le loro innovazioni tecnologiche. Entrambi hanno partecipato all’inaugurazione del secondo mandato di Trump, sedendosi accanto al presidente e finanziando la sua campagna. Zuckerberg ha stravolto le politiche di moderazione dei contenuti di Meta, eliminando il fact-checking e favorendo il cosiddetto “hate speech“, Musk ha addirittura messo le mani in pasta nell’amministrazione, usando le sue leve per smantellare dipartimenti come l’USAID.
Il pubblico non si fa abbindolareL’America sembra aver capito il gioco di Zuckerberg e non si lascia abbindolare dal suo presunto cambio di stile. Che si metta a cantare con T-Pain o si agghindi come una star dell’hip hop, il buon Mark non riesce proprio a far breccia nei cuori degli statunitensi. Che, a quanto pare, hanno sviluppato un sesto senso per riconoscere le operazioni di puro marketing, specie quando arrivano da personaggi così controversi.
Il sondaggio, condotto su un campione di oltre 5.000 adulti americani tra il 27 gennaio e il 2 febbraio 2025, fotografa dunque un sentiment tutt’altro che lusinghiero per i padroni dei social media. La lezione, per Mark e soci, è servita: l’abito non fa il monaco. E nemmeno il CEO simpatico, a quanto pare.
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Il nuovo iPhone 16e di Apple a cui sono stati tolti i veli questa settimana porta in dote l’inedito chip C1, ma a quanto pare il colosso di Cupertino sarebbe già un passo avanti, visto e considerando che pare stia già testando il modello successivo, un modem Wi-Fi proprietario di seconda generazione per i futuri iPhone, denominato per convenzione C2.
Apple testa un modem Wi-Fi di seconda generazioneA riferire lo scenario è stato un leaker ritenuto affidabile con la condivisone di un post privato su X. Il modem sarebbe identificato internamente dall’azienda con il codice C4020, il che sembra per l’appunto confermare che già esiste.
Oltre a ciò, però, non sono stati forniti maggiori dettagli, ma ovviamente nel corso delle prossime settimane o dei prossimi mesi sarà sicuramente possibile saperne di più.
Da tenere ben presente che la “mela morsicata” ha confermato pubblicamente che sta sviluppando nuovi chip per iPhone ormai da diversi anni, per cui non sorprende particolarmente che l’azienda stia presumibilmente lavorando su un modem C2.
Il modem di seconda generazione di Apple potrebbe portare in dote diversi vantaggi, come una connettività 5G più veloce e affidabile e potrebbe essere ancora più efficiente dal punto di vista energetico.
Apple ha dichiarato che il modem C1 su iPhone 16e è già il modem per iPhone più efficiente dal punto di vista energetico di sempre, contribuendo al fatto che il dispositivo abbia la durata della batteria più lunga di qualsiasi iPhone da 6,1 pollici di sempre, incluso il più costoso iPhone 16.
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L’intero catalogo di Disney+ è accessibile in streaming a soli 5,99 euro al mese, grazie alla formula Standard con pubblicità. È quella che include il supporto alla riproduzione dei contenuti a risoluzione Full HD e su due dispositivi in contemporanea. Non comporta limitazioni in termini di accesso alle nuove uscite o altro.
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Guarda in streaming tutto il catalogo di Disney+Tra le serie più interessanti di questo periodo c’è sicuramente Win or Lose, appena arrivata. È la prima realizzata da Pixar, caratterizzata dallo stile colorato e divertente tipico dello studio che ha scritto la storia dell’animazione. Racconta di una squadra di softball che si prepara per affrontare un’importante partita del campionato, trattando il tema dell’emotività in modo delicato e intelligente, attraverso punti di vista differenti. Scopri di più sulla trama e sugli episodi facendo un salto sulla piattaforma.
Disney+ è accessibile da ogni schermo, anche in mobilità: da quello dello smartphone o del tablet in mobilità, dal computer e dal televisore in salotto, per un’esperienza di visione che non conosce confini. È il servizio adatto a tutta la famiglia, grazie al suo catalogo che spazia dalle produzioni per i più piccoli all’intrattenimento più maturo con saghe come Star Wars e l’universo Marvel. A questo si aggiungono i documentari firmati da National Geographic, gli approfondimenti, gli show e tantissime pellicole della cinematografia classica.
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Le alternative sono rappresentate dal piano Stardard (9,99 euro al mese) che aggiunge la possibilità di eseguire download per la visione offline ed elimina le pubblicità oltre che da quello Premium (13,99 euro al mese) con il supporto alla risoluzione 4K Ultra UD, alla modalità HDR, alla tecnologia Dolby Atmos e alla visione in contemporanea su quattro dispositivi.
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In molti stanno segnalando problemi con l’app INPS. C’è chi nota un errore comparire nella fase di apertura, mentre per altri il malfunzionamento si manifesta durante la navigazione tra le varie sezioni. Lo screenshot qui sotto mostra una delle anomalie che abbiamo incontrato in redazione.
Il ritardo dell’Assegno Unico e i problemi dell’app INPSIn un altro tentativo ci siamo imbattuti in una elaborazione in corso infinita. Una delle ipotesi è quella che conduce a un sovraccarico dei server, conseguente alle numerose connessioni in contemporanea. Non sarebbe la prima volta per l’istituto.
A questo giro, però, la responsabilità non sembra poter essere attribuita a un Click Day. La causa è con tutta probabilità da ricercare nel ritardo dell’Assegno Unico. Il pagamento non è ancora stato effettuato.
Una situazione simile si era già verificata a gennaio, in conseguenza al passaggio al nuovo sistema Re.Tes (Reingegnerizzazione delle procedure di Tesoreria) della Banca d’Italia, relativo ai servizi della Tesoreria dello Stato. A quanto pare, il processo di transizione non è andato come sperato.
Stando a quanto si legge nel messaggio n. 633 pubblicato nei giorni scorsi proprio da INPS, gli aventi diritto avrebbero dovuto ricevere i bonifici già a partire da ieri, dal 20 del mese.
I pagamenti dell’Assegno Unico e Universale relativi ai mesi da febbraio a giugno 2025 per le prestazioni in corso di godimento che non hanno subito variazioni sono accreditati a decorrere dal giorno 20 del mese.
Ora, invece, a molti l’applicazione sta segnalando l’invio della somma a partire da oggi, all’interno di una finestra che va dal 20 al 26 febbraio. Potrebbe dunque essere necessario pazientare ancora.
È doveroso sottolineare che non abbiamo conferme ufficiali in merito, ma è lecito supporre che i problemi incontrati oggi nell’utilizzo dell’app INPS siano dovuti proprio all’elevato numero di cittadini che, non avendo ancora ricevuto il pagamento, stanno cercando di effettuare l’accesso per scoprirne il motivo.
Ricordiamo che l’applicazione dell’istituto è stata completamente rinnovata a dicembre, con il rilascio di un aggiornamento relativo all’interfaccia, alle opzioni di personalizzazione e all’aggiunta di una funzionalità di intelligenza artificiale.
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Questa settimana Apple ha tolto i veli al tanto chiacchierato e atteso iPhone 16e, che va a caratterizzarsi per essere il primo “melafonino” in assoluto ad essere dotato del modem C1 proprietario. In futuro, però, tutti gli smartphone dell’azienda accoglieranno questo cambiamento, molto probabilmente già a partire dalla gamma iPhone 17 attesa per quest’autunno.
iPhone 17: modem Apple su tutti i modelliA riferire lo scenario è stato, nelle scorse ore, l’analista Ming-Chi Kuo, suggerendo che il passaggio di Apple al suo chip Wi-Fi potrebbe avvenire già quest’anno. In un post condiviso su X, infatti, Kuo ha riferito che tutti i prossimi modelli di iPhone 17, dunque il modello base, quello Plus, il Pro e il Pro Max, saranno dotati del modem progettato da Apple.
In precedenza, Kuo aveva suggerito che almeno un modello della serie iPhone 17 avrebbe potuto presentare il modem proprietario e che l’azienda avrebbe aggiornato il resto dei modelli nei successivi tre anni. Secondo le ultime informazioni, però, dopo aver abbandonato Qualcomm con l’iPhone 16e, il colosso di Cupertino è pronto a separarsi dai chip Wi-Fi di Broadcom sin da subito.
Da tenere presente che il passaggio al modem di Apple non solo aiuterà a ridurre i costi per l’azienda, ma migliorerà la connettività tra i dispositivi della “mela morsicata”.
Gli attuali modelli di iPhone 16 supportano il Wi-Fi 7 e sono dotati di specifiche limitate, ma gli iPhone 17 potrebbero sfruttare simultaneamente le bande Wi-Fi 7 a 2,4 GHz, 5 GHz e 6 GHz, consentendo un trasferimento dati più rapido, una migliore copertura e una latenza ridotta.
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Negli ultimi anni, i Mini PC NUC (Next Unit of Computing) di Intel si sono ritagliati un posto importante nel mercato dei computer compatti, offrendo soluzioni performanti per una vasta gamma di utenti, dai professionisti agli appassionati di home theater. Dopo la decisione di Intel di interrompere la produzione dei NUC, ASUS è intervenuta per raccogliere il testimone e garantire la continuità dello sviluppo e della produzione dei Mini PC.
Il Mini PC ASUS NUC 14 Pro+ rappresenta un’innovativa soluzione per le esigenze di elaborazione in ambienti aziendali e per i professionisti in cerca di prestazioni elevate in un formato compatto. Con un design elegante e funzionalità avanzate, il dispositivo è progettato per soddisfare le richieste di produttività, collaborazione e intrattenimento.
ASUS NUC 14 Pro+ si distingue per il case in lega di alluminio di alta qualità, già apprezzato in passato dagli appassionati di Mini PC. Si tratta di un materiale che conferisce al dispositivo un aspetto premium e una maggiore robustezza.
Un’altra scelta cruciale in termini di design, pulito e moderno, è l’utilizzo di un meccanismo di blocco/sblocco (accessibile dalla parte inferiore del NUC).
Per aprire il dispositivo e accedere alla componentistica interna, non serve alcun attrezzo. Basta ruotare un piccolo fermo circolare, agire sulle due slitte quindi estrarre il pannello di protezione. Non ci sono parti in plastica, fatta eccezione per l’area inferiore: un’accortezza utilizzata per migliorare il segnale wireless.
ASUS NUC 14 Pro+: potenza da vendereIl Mini PC ASUS NUC 14 Pro+ si mette in evidenza per l’utilizzo del processore top di gamma Intel Core Ultra 9 185H, un chip che basa il suo funzionamento su 16 core e 22 thread. Abbinato con la grafica integrata Intel Arc, offre prestazioni eccellenti in un’ampia gamma di applicazioni, dalla produttività all’intrattenimento.
Gli utenti possono però scegliere tra diverse opzioni in termini di chip, appartenenti al “catalogo” Intel Core Ultra 9, Ultra 7 e Ultra 5 di 14esima generazione.
Il dispositivo arriva con 32 GB di RAM DDR5-5600 preinstallati, espandibili fino a 96 GB. Per quanto riguarda lo storage, ASUS NUC 14 Pro+ offre uno slot M.2 Gen 4 2280 per l’unità principale (ad esempio un SSD NVMe da 1 TB) e uno slot M.2 2242 NVMe per l’eventuale espansione.
L’apertura del dispositivo mette in evidenza l’interno davvero ben ingegnerizzato. Ci si trova dinanzi al dissipatore, di generose dimensioni, che occupa quasi l’intera superficie disponibile (nel complesso il ASUS NUC 14 Pro+ misura soli 5×4 pollici, 144 x 112 x 41 mm). Agendo sulle clip laterali, si accede al “livello” sottostante: al di sotto del dissipatore, infatti, si trova l’unità SSD NVMe PCIe Gen 4 con Windows 11 preinstallato. Ma è possibile subito notare il secondo slot M.2 2242 libero.
Il sistema di raffreddamento dell’ASUS NUC 14 Pro+ è efficiente, in grado di gestire un TDP di 150W in uno spazio ridotto. Sui lati sono presenti fori per facilitare il flusso dell’aria.
Connettività USB, Ethernet, WiFi e Bluetooth: tutto ciò che serveLa connettività è un altro punto di forza di questo dispositivo. Sul pannello frontale, gradevolmente minimalista, troviamo il pulsante di accensione, una porta USB Type-C in grado di trasferire dati fino a 20 Gbps e due porte USB Type-A da 10 Gbps. Sopra ciascuna porta è chiaramente indicata la velocità (larghezza di banda in Gbps utilizzabile come valore massimo). Sul retro, sono presenti due porte USB-C Thunderbolt 4 e due HDMI 2.1, che supportano fino a quattro display contemporaneamente.
La presenza di una porta LAN 2,5 GbE e il supporto per WiFi 6E garantiscono una connessione di rete veloce e stabile. In particolare, utilizzando router e altri device WiFi 6E, il NUC 14 Pro+ è capace di massimizzare la velocità di trasferimento dati, con la possibilità di usare anche la banda di frequenza sui 6 GHz, più ampia e non congestionata.
Il supporto Bluetooth 5.3 integrato è particolarmente gradito in quanto è possibile collegare qualunque dispositivo compatibile in modo diretto, senza più dover ricorrere a speciali chiavette (approccio dongle-free).
Supporto per le applicazioni di intelligenza artificiale in localeAnziché trasferire sempre più informazioni sul cloud, chi sceglie un Mini PC come ASUS NUC 14 Pro+ può spostare in locale le elaborazioni precedentemente svolte sui server remoti.
Il Mini PC di ASUS permette infatti di gestire le attività di inferenza più esigenti svolte dalle applicazioni di intelligenza artificiale (AI). La NPU (Neural Processing Unit) integrata nel processore (tecnologia Intel AI Boost) si occupa di velocizzare i carichi di lavoro AI. Combinata con l’uso di CPU e GPU, la NPU è particolarmente utile per le aziende e i professionisti che desiderano integrare soluzioni AI nei loro flussi di lavoro quotidiani, beneficiando di un’elevata capacità di elaborazione a fronte di un basso consumo energetico.
NUC 14 Pro+ arriva con Windows 11 Home preinstallato, aggiornabile molto semplicemente a Windows 11 Pro. Premendo la combinazione di tasti CTRL+MAIUSC+ESC quindi cliccando sull’icona Prestazioni nella colonna di sinistra, si può verificare la presenza della NPU e le sue prestazioni in tempo reale, quando richiamata dal sistema operativo e dalle applicazioni in esecuzione.
Prestazioni ai massimi livelliNei benchmark sintetici, ASUS NUC 14 Pro+ si è dimostrato un vero campione. In grande spolvero per i suoi risultati eccellenti nei test Cinebench single-core e multi-core. Anche le prestazioni nella codifica video H.264 e AV1 sono davvero notevoli.
Per chi avesse esigenze ancora superiori, ASUS ha pensato a tutto: l’uso di una scheda grafica esterna connessa con il sistema tramite la porta Thunderbolt 4 permette di ottenere prestazioni ancora superiori in campi applicativi specifici.
ASUS NUC 14 Pro+: i campi applicativi idealiUn Mini PC come ASUS NUC 14 Pro+ è un dispositivo completo, versatile e performante, in grado di venire incontro alle esigenze di molteplici categorie di utenti:
- Piccole e medie imprese: Ideale per applicazioni aziendali che richiedono potenza di calcolo in uno spazio ridotto.
- Mondo retail: Utilizzabile come sistema PoS (Point-of-Sale) compatto e potente, per la gestione del magazzino e dei flussi di lavoro giornalieri.
- Lavoratori remoti: Offre prestazioni elevate per videoconferenze, collaborazione online e gestione dei progetti.
- Creatori di contenuti: Perfetto per editing video, grafica e altre applicazioni creative che richiedono risorse significative.
- Segnaletica digitale (Digital signage): Grazie alla sua compattezza e potenza, è adatto per installazioni in spazi commerciali o nel corso di eventi.
- Uso quotidiano: Adattissimo a chi cerca un sistema versatile e potente per applicazioni professionali e l’uso quotidiano.
M.2 2245 (PCIe x4 Gen4 NVMe) Connettività wireless Intel Wi-Fi 6E AX211 (2×2), Bluetooth 5.3 Porte 2x Thunderbolt 4 (DP 2.1, USB4)
2x HDMI 2.1 TMDS, CEC
3x USB 3.2 Gen2 Type-A
1x USB 3.2 Gen2x2 USB Type-C 20 Gbps
1x USB Type A e 2x header interni USB 2.0 Ethernet Intel i226 2,5 GbE Ethernet (i226-V) Supporto AI Intel AI Boost (NPU) Dimensioni 144 x 112 x 41 mm Alimentazione 150W 19.5VDC (Core U9), 120W 19VDC (Core U7, U5) Garanzia Tre anni Caratteristiche speciali Chassis in alluminio anodizzato
Accesso interno senza attrezzi
Supporto Bluetooth senza dongle
Supporto VESA Conclusioni
ASUS NUC 14 Pro+ rappresenta una delle soluzioni più avanzate nel panorama dei Mini PC, combinando prestazioni eccezionali, design raffinato e una connettività all’avanguardia. La scelta dei chip Intel Core Ultra come cuore pulsante del dispositivo, abbinata alla possibilità di affiancare la GPU Arc con schede esterne tramite Thunderbolt 4, di estendere la memoria RAM e lo storage, fanno sì che NUC 14 Pro+ possa affrontare con successo una varietà di applicazioni professionali, creative e aziendali.
La sua compattezza lo rende ideale per gli ambienti in cui lo spazio è limitato, senza compromettere la potenza e l’affidabilità. La possibilità di gestire applicazioni di intelligenza artificiale in locale con l’ausilio della NPU integrata, unita alla connettività ultraveloce e al supporto multi monitor, fa del NUC 14 Pro+ un dispositivo perfetto per le esigenze di piccole e medie imprese, lavoratori remoti e creatori di contenuti.
L’innovativo sistema di raffreddamento e l’accesso senza attrezzi al suo interno, infine, completano un pacchetto che non solo soddisfa, ma supera le aspettative di chi cerca un Mini PC versatile e performante.
Scopri la serie di dispositivi Nuc accedendo al sito Mondo Nuc, un vero punto di riferimento per confrontare tutte le configurazioni disponibili.
In collaborazione con ASUS Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Google Drive è la nuova esca per una campagna phishing terribile
Il servizio cloud del colosso di Mountain View, Google Drive, è la nuova esca sfruttata dai cybercriminali per diffondere una pericolosa campagna di phishing. Ovviamente Google non c’entra nulla in tutto questo e anch’esso è vittima dei criminali che cercano di rubare dati personali e denaro agli utenti che cadono nella trappola.
Il raggiro inizia con una email all’apparenza non solo innocua, ma anche molto vantaggiosa. Ed è proprio su questo vantaggio che i truffatori fanno leva ingolosendo i destinatari della “promozione” fake. Il messaggio si presenta molto simile alle comunicazioni ufficiali di Google, con logo e grafiche pressoché identiche.
Il trucco visivo permette ai criminali di generare già fiducia nel destinatario, evitandogli dubbi che potrebbero portarlo a non credere a quanto è scritto. Infatti, all’interno della mail un messaggio spiega: “Espandi il tuo spazio su Google Drive. Goditi più spazio per i tuoi file importanti”.
In questo modo, viene generata una necessità o esposto un problema comune a tutti: avere più spazio di archiviazione per contenuti multimediali, come foto e video, e file, come documenti e altro. Il testo continua con la soluzione.
La soluzione è una truffa che sfrutta Google Drive impropriamenteLa soluzione è la truffa che sfrutta la fama di Google Drive per convincere la vittima: “Approfitta di questa offerta speciale: ottieni 50 GB di spazio aggiuntivo per soli 2 € all’anno! Non lasciare che lo spazio limitato ostacoli la tua produttività”. Come? Big G starebbe proponendo un piano da 50GB di spazio cloud aggiuntivo a soli 2€ l’anno? Chi non troverebbe interessante questa offerta!
Cliccando sul bottone blu “Espandi ora” contenuto nella mail, si apre una pagina web molto simile a quelle di Google dove la vittima deve inserire i propri dati personali e le relative informazioni bancarie per il pagamento. Prima di tutto questo l’utente deve accedere con le credenziali del suo account Google, diventando così vittima di un furto di identità oltre che di denaro.
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Instagram lancia un nuovo formato pubblicitario che rivoluziona il concetto di passaparola: le Testimonial Ads, un’evoluzione delle Partnership Ads. In pratica, i creator saranno pagati per scrivere testimonianze sotto forma di commenti ai post e alle pubblicità dei brand. Sia nei Feed che nei Reels.
Instagram lancia le Testimonial Ads: i creator guadagnano con i commenti sponsorizzatiIn fondo, non è una novità assoluta. Molti brand già oggi sfruttano gli influencer o incentivano in vario modo i clienti a lasciare recensioni positive. Chiaramente, per chi cerca ispirazione per il prossimo acquisto, è difficile distinguere tra un cliente veramente soddisfatto e un “infiltrato” pagato. Le Testimonial Ads vogliono rendere questo processo più trasparente. Quando un creator è stato ingaggiato per promuovere un prodotto, lo sapremo.
Per i creator, le Testimonial Ads possono essere un’arma a doppio taglio. Dovranno essere selettivi nelle raccomandazioni per non perdere la fiducia dei follower. Il 40% degli utenti di Instagram già si affida ai consigli degli influencer per gli acquisti, ma nessuno ama sentirsi preso in giro da chi pensava di potersi fidare.
Come funzionano le Testimonial AdsMa come si diventa testimonial su Instagram? Semplice: basta inviare al brand prescelto la testimonianza in pillole (massimo 125 caratteri), che verrà poi abbinato al post o alla pubblicità corrispondente. Il commento sponsorizzato sarà fissato in cima alla sezione commenti, con tanto di etichetta per segnalarne la natura pubblicitaria. Perché la trasparenza, in questi casi, è d’obbligo.
Certo, restano ancora alcuni punti interrogativi. A partire dalle condizioni economiche dell’accordo: creator e brand dovranno negoziare direttamente compensi e modalità di pagamento, senza passare per le casse di Meta. E c’è da scommettere che lo “stipendio” di un commento varierà parecchio a seconda del peso specifico del testimonial di turno. Senza contare l’impatto che queste inserzioni potranno avere sull’esperienza di navigazione degli utenti. Riusciranno a integrarsi in modo armonico nel flusso dei contenuti o finiranno per stonare come un pugno nell’occhio?
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Il nuovo iPhone 16e supporta tutte le funzionalità di Apple Intelligence, incluso Visual Intelligence (Intelligenza visiva in italiano) nonostante l’assenza del pulsante Camera Control (Controllo fotocamera). L’azienda di Cupertino ha comunicato che sarà disponibile anche su iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max con un futuro aggiornamento software.
Visual Intelligence con Action ButtonLe funzionalità AI sono disponibili a partire da iOS 18.1 per tutti gli iPhone supportati, ovvero la serie iPhone 16, iPhone 15 Pro, iPhone 15 Pro Max e iPhone 16e. Visual Intelligence (introdotta con iOS 18.2) era però una funzionalità presente solo su iPhone 16, in quanto sono gli unici smartphone con il pulsante Camera Control. Questa esclusività è terminata con l’annuncio del nuovo iPhone 16e.
Il modello entry level della serie non ha il pulsante Camera Control, ma supporta ugualmente Visual Intelligence. Gli utenti possono utilizzare il pulsante Azione per attivare la funzionalità. Il pulsante può essere configurato per eseguire diverse azioni, tra cui accedere alla fotocamera, accendere la torcia, passare alla modalità silenziosa, riconoscere un brano con Shazam e attivare memo vocali.
Anche gli iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro non hanno il pulsante Camera Control, quindi non è possibile sfruttare l’intelligenza visiva. Apple ha comunicato che un futuro aggiornamento del sistema operativo consentirà di assegnare Visual Intelligence al pulsante Azione. La novità arriverà molto probabilmente con iOS 18.4 ad aprile (che aggiungerà anche il supporto per la lingua italiana).
Sfruttando la fotocamera posteriore, Google Search e ChatGPT è possibile ottenere informazioni su oggetti e luoghi, riassumere, copiare e tradurre il testo, rilevare numeri di telefono e indirizzi email, identificare animali e piante.
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È in corso su Amazon un’offerta a -48% che porta JBL Tune 510BT al prezzo minimo storico. Sono le cuffie on-ear wireless dotate di connettività Bluetooth 5.0 perfette per l’utilizzo con smartphone, tablet e computer. In questo momento le puoi acquistare in forte sconto a soli 25,99 euro, una spesa davvero irrisoria considerando la qualità audio garantita dal brand, tra i leader del settore.
Sconto 48% sulle cuffie wireless JBL Tune 510BTLa batteria in dotazione assicura un’autonomia fino a 40 ore con una sola ricarica, per un’esperienza di riproduzione senza compromessi e, soprattutto, senza interruzioni. L’ergonomia è assicurata dalla presenza di padiglioni auricolari morbidi, comodi da indossare anche per molto tempo. Inoltre, il design pieghevole permette di trasportarle facilmente durante gli spostamenti, ovunque, anche nello zaino, in borsa o in valigia. A tutto questo si aggiunge un microfono per la gestione delle telefonate e per i comandi vocali da impartire agli assistenti virtuali. Dai un’occhiata alla scheda del prodotto per saperne di più.
Non devi attivare coupon o inserire codici promozionali: lo sconto del 48% è applicato in automatico e ti permette di acquistare le cuffie wireless JBL Tune 510BT al prezzo finale di soli 25,99 euro, il minimo storico da quando sono in vendita nel catalogo dell’e-commerce.
Amazon si occupa direttamente sia della vendita che della spedizione, senza passare da intermediari. Se le ordini subito arriveranno a casa tua già entro domani. Inoltre, con l’abbonamento Prime hai diritto alla consegna gratuita. Non lo hai ancora fatto? Inizia ora la tua prova di 30 giorni a costo zero.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}La Playstation Portal Black è tornata su Amazon: eccola
Non sappiamo per quanto ancora rimarrà disponibile, ma la versione Midnight Black di PlayStation Portal è appena di nuovo in vendita su Amazon. Dopo essere rimasta sold out per molto tempo, la console portatile di Sony è tornata online sull’e-commerce e la puoi acquistare subito, per riceverla direttamente a casa tua già entro domani con la consegna gratuita. Ti consigliamo di approfittarne subito, sono in molti a cercarla.
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PlayStation Portal: su Amazon torna la Midnight BlackTi permette di accedere ai giochi PS5 e PS4 installati sulla console anche quando sei lontano dal televisore, da remoto, accedendo al catalogo attraverso la rete Wi-Fi domestica (è richiesta una velocità di almeno 5 Mbps, consigliata di almeno 15 Mbps per prestazioni ottimali). Integra un comparto audio immersivo, un display LCD da 8 pollici in alta risoluzione (Full HD con framerate fino a 60 fps) e un controller che riproduce in modo fedele il layout del joypad DualSense, con il feedback aptico che trasmette vibrazioni alle mani durante il gameplay, gli stick analogici e i grilletti adattivi. Scopri di più nella descrizione completa.
Come già anticipato in apertura, se la ordini adesso, la versione Midnight Black di PlayStation Portal arriverà a casa tua già entro domani con la consegna gratuita. È venduta e spedita direttamente da Amazon attraverso la sua rete logistica, senza passare da intermediari, per il massimo dell’affidabilità.
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È proposta al prezzo di 219 euro, quello di listino. Potrebbe rimanere disponibile per poco tempo, spesso risulta sold out. Se sei interessato, ti consigliamo di approfittarne subito. È l’accessorio ideale per chi ha PS5, ma non sempre più giocare perché la TV è occupata o condivisa con tutta la famiglia.
Questo articolo contiene link di affiliazione: acquisti o ordini effettuati tramite tali link permetteranno al nostro sito di ricevere una commissione nel rispetto del codice etico. Le offerte potrebbero subire variazioni di prezzo dopo la pubblicazione..bmaff_error { display: none !important;}Videochiamata WhatsApp dalla tua banca? Si tratta di una nuova truffa
Diverse segnalazioni e la conferma di esperti di sicurezza informatica hanno fatto emergere una nuova truffa che i criminali diffondono tramite una videochiamata WhatsApp che sembra arrivare dalla tua banca. In realtà si tratta di una strategia per utilizzare la funzione di condivisione dello schermo per accedere alle credenziali bancarie della vittima.
Questa tecnica recente permette agli attaccanti di raggiungere gli obiettivi malevoli senza la necessità di utilizzare link, attraverso campagne di phishing via email, applicazioni dannose o app sponsorizzate sui social media. Ad avvisare di questa nuova truffa sono state anche le forze dell’ordine di diversi Paesi perché si tratta di una minaccia globale.
Come funziona la nuova truffa tramite videochiamata WhatsApp che sembra della bancaTutto ha inizio da un messaggio SMS che sembra essere stato inviato dal proprio istituto di credito. Questo avvisa il destinatario in merito a un problema legato al suo conto corrente. Data l’urgenza, la situazione spaventa la vittima che segue le istruzioni senza pensare alle conseguenze. Da qui la comunicazione truffa che la banca contatterà l’utente tramite videochiamata WhatsApp.
Durante la videochiamata, il criminale si finge un operatore e tecnico della banca incaricato a risolvere il problema. Tramite la condivisione dello schermo l’attaccante, facendo credere alla vittima di agire in suo favore per arginare la situazione e verificare cosa è successo, si approprierà delle credenziali bancarie.
Best Practices per difendersi da questa truffaCome puoi difenderti dalla nuova truffa che finge una videochiamata WhatsApp da parte della tua banca?
Prima di tutto è importante ricordare che nessun istituto di credito autorizza i suoi dipendenti a contattarti tramite WhatsApp in merito a problemi di accessi sospetti e con il proprio conto corrente. Tanto meno utilizzano la funzione di condivisione dello schermo.
Inoltre, è fondamentale non farsi prendere dal panico quando si ricevono SMS che con il loro testo invitano all’urgenza e alla preoccupazione. Comunicazioni così importanti, come accessi sospetti o addebiti non approvati, richiedono una verifica da parte dell’utente contattando direttamente la banca tramite i canali ufficiali.
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D’ora in avanti, Spotify permetterà la pubblicazione di titoli narrati utilizzando la tecnologia di sintesi vocale sviluppata da ElevenLabs. Questa partnership potrebbe portare a un rapido aumento del numero di audiolibri generati dall’AI su Spotify, rendendo la produzione più accessibile ed economica.
Spotify stringe partnership con ElevenLabs per gli audiolibri narrati dall’AIElevenLabs non è certo l’ultimo arrivato nel settore dell’audio generato dall’intelligenza artificiale. Anzi, è tra i nomi più in vista e apprezzati. Grazie a questa partnership, gli autori potranno narrare i loro audiolibri in ben 29 lingue. La versione gratuita consente solo 10 minuti di sintesi vocale al mese. Ma l’ostacolo è facilmente sormontabile sottoscrivendo il piano Pro. Così si arriva a ben 500 minuti. Un’opportunità ghiotta per chi vuole ampliare il proprio pubblico senza spendere una fortuna in registrazioni.
Il processo per pubblicare un libro AI è abbastanza semplice. Basta scaricare il pacchetto audio da ElevenLabs e poi caricarlo su Findaway Voices, il servizio di distribuzione di audiolibri di Spotify. Dopo una fase di revisione, il titolo potrà essere pubblicato, con tanto di etichetta che lo identifica come narrato dall’intelligenza artificiale. Insomma, massima trasparenza per chi ascolta.
Spotify non è nuovo all’intelligenza artificiale. Due anni fa ha stretto un accordo con Google Play Books per offrire titoli narrati dall’AI. E non è detto che si fermi qui. Il colosso dello streaming promette di stringere altre partnership in futuro.
Il dibattito sugli audiolibri AINel mondo dell’editoria non tutti sono entusiasti di questa svolta. C’è chi teme che l’AI possa compromettere la qualità complessiva dell’esperienza di ascolto. È innegabile che la sintesi vocale sia migliorata, ma potrà mai eguagliare l’interpretazione di un narratore in carne e ossa? La questione, in effetti, è controversa. Spotify, dal canto suo, sembra convinta che il gioco valga la candela.
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Come sta andando ChatGPT, in termini di successo commerciale? Il prodotto più noto tra quelli proposti da OpenAI ha superato la quota dei 400 milioni di utenti attivi su base settimanale. Di fatto, è stata raddoppiata quella raggiunta nell’estate scorsa. I 300 milioni erano stati toccati a dicembre, dunque l’incremento è repentino.
400 milioni di utenti per ChatGPTA parlarne è Brad Lightcap, COO dell’organizzazione, in un post su X e in un’intervista rilasciata alla redazione di CNBC. Nel suo intervento, fa distinzione tra gli utenti consumer che hanno scelto di mettere mano al portafogli per sbloccare tutte le funzionalità del chatbot e quelli invece riconducibili all’ambito aziendale.
Di recente, ChatGPT ha superato i 400 milioni di utenti su base settimanale. Ci sentiamo molto fortunati a servire il 5% del mondo ogni settimana. Oltre 2 milioni di utenti aziendali ora utilizzano ChatGPT al lavoro e l’impiego delle API del modello di ragionamento è aumentato di cinque volte dal lancio di o3 mini.
C’è un cenno anche all’arrivo di GPT-5, per il quale si sta già muovendo anche Microsoft in qualità di partner.
Presto porteremo GPT-4.5 e GPT-5 nelle chat e nelle API, con GPT-5 illimitato per gli utenti gratuiti.
In merito al modello di prossima generazione, Lightcap ha ribadito che il suo obiettivo sarà quello di unificare un’offerta diventata nel tempo sempre più frammentata. In altre parole, nel nome della semplificazione. Era già stato anticipato dal numero uno Sam Altman.
GPT-5 unificherà i nostri modelli GPT e della serie o in un unico potente modello, pensiamo che anche i tester meno esigenti lo ameranno. Quest’anno, arriveranno anche ulteriori funzionalità per gli agenti e altre cose.
La tempistica dell’annuncio non sembra casuale. È giunto a pochi giorni di distanza dalla repentina ascesa di DeepSeek, AI realizzata dall’omonima realtà cinese che ha fatto tremare i big occidentali del settore, messa al bando in Italia (e già oggi apparentemente quasi scomparsa dai radar della stampa specializzata). L’intenzione di OpenAI sembra dunque essere quella di ribadire l’ottimo stato di salute del proprio business, a ormai oltre due anni dal lancio e nonostante una concorrenza sempre più agguerrita.
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Il fornitore energetico britannico Octopus scende in campo contro il caro bollette bloccando il prezzo di luce e gas per un anno, mantenendo al tempo stesso tariffe più competitive rispetto agli altri fornitori di energia. Fino al 4 marzo gli utenti che attiveranno Octopus Fissa 12 Mesi potranno infatti beneficiare di un costo della materia prima luce e gas bloccato per un anno.
Octopus nasce nel 2016 nel Regno Unito. Fin dall’inizio, la sua missione è stata quella di rendere l’energia rinnovabile accessibile alla più ampia fetta di pubblico. E ora, a distanza di nove anni, possiamo senz’altro dire “missione compiuta”, dal momento che è il primo fornitore di energia nel Paese britannico e fornisce energia a più di 8 milioni di utenti nel mondo.
Le tariffe di Octopus Fissa 12 Mesi fino al 4 marzoLe nuove tariffe dell’offerta luce e gas di Octopus Fissa 12 Mesi sono in promozione fino al 4 marzo. Di seguito il riepilogo.
Luce (tariffa monoraria)
- materia prima luce: 0,1441 euro/kWh
- costi per la commercializzazione: 108 euro l’anno
Gas
- materia prima gas: 0,534 euro/Smc
- costi per la commercializzazione: 108 euro l’anno
Trascorsi i primi dodici mesi, a differenza degli altri fornitori che applicano da subito una tariffa più alta già prestabilita in partenza, Octopus Energy permette ai suoi utenti di scegliere nuovamente la tariffa più conveniente per i propri consumi tra Fissa o Flex, così da continuare a risparmiare.
Detto questo, in bolletta si trovano poi gli altri costi indipendenti da Octopus Energy, vale a dire quelli per il trasporto e la gestione del contatore, gli oneri di sistema, gli oneri di regolazione e le imposte. Altra cosa importante da segnalare: la potenza del contatore della luce, così come la classe del contatore del gas, rimangono invariate rispetto all’attuale contratto, ma si possono modificare in seguito all’attivazione dell’offerta. Maggiori dettagli sono consultabili sul sito ufficiale di Octopus.
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In vista dell’inizio dei Mondiali di MotoGP e Formula 1, oltre che la partenza della nuova edizione di Pechino Express, Sky ha lanciato un’offerta che consente di attivare in un unico pacchetto Sky Wifi, Sky TV e Sky Sport al prezzo più basso di sempre: 35,80 euro al mese per 18 mesi invece di 81,80 euro, con un risparmio di oltre 800 euro in un anno e mezzo.
Grazie a questa offerta il prezzo della fibra di Sky passa da 29,90 euro a 20,90 euro, mentre l’attivazione diventa gratuita (anziché 49 euro). Sconto importante anche per Sky TV + Sky Sport, in promozione a 14,90 euro al mese a fronte di un prezzo di listino di 51,90 euro.
Sky Wifi + Sky TV e Sky Sport in offerta a 35,80 euro al meseLa fibra di Sky Wifi consente di raggiungere una velocità fino a 1 Gbps in download e 300 Mbps in upload, numeri che soddisfano le esigenze non soltanto di coloro che amano guardare le serie tv e gli eventi sportivi alla più alta risoluzione possibile, ma anche gli appassionati di gaming che non vogliono rinunciare ad un’esperienza superiore alla media.
Uno dei segreti di Sky Wifi è il dispositivo Sky Wifi Hub, che da un lato restituisce il massimo della velocità su tutti i dispositivi, dall’altro garantisce una stabilità e una copertura del segnale maggiori grazie all’integrazione della tecnologia Wi-Fi 6.
Ci sono poi i due pacchetti TV: Sky TV e Sky Sport. Sky TV include tutti i programmi per la famiglia di Sky, da MasterChef a Pechino Express, insieme alle serie tv italiane e internazionali, le produzioni Sky Original, i documentari e le news di Sky. Con Sky Sport, invece, gli appassionati sportivi possono godere di tutto lo sport di Sky, dalle coppe europee di calcio ai Mondiali in esclusiva di Formula 1 e MotoGP, passando per tutta la stagione di tennis, l’NBA, l’Eurolega, il Sei Nazioni e tanto altro sport ancora.
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Meta ha annunciato che da oggi gli utenti di Facebook, Instagram e Threads possono iscriversi al programma Community Notes. L’obiettivo? Passare il testimone del fact-checking dalle mani di terze parti a quelle della community.
Arriva Community Notes, la nuova funzione che consente agli utenti di segnalare post fuorviantiLa notizia non arriva come un fulmine a ciel sereno. Già lo scorso mese, Meta aveva preannunciato la fine del fact-checking di terze parti. Al suo posto, un modello ispirato a quello di X, che dà agli utenti il potere di segnalare e contestualizzare i post potenzialmente fuorvianti.
I contributor, selezionati tra gli utenti con account attivi da almeno 6 mesi e in regola con gli standard della community, potranno scrivere e inviare note ai post che ritengono ambigui o ingannevoli. Le note, limitate a 500 caratteri e corredate di link, forniranno informazioni di contesto, suggerimenti o dettagli utili.
Ma attenzione: non basterà l’opinione di un singolo utente per far apparire una nota su un post. Il sistema si basa sul consenso: solo quando contributor con visioni diverse concorderanno sull’utilità di una nota, questa verrà pubblicata. Un modo per garantire l’imparzialità e la qualità delle note.
Il debutto negli USA, in attesa del resto del mondoMeta prevede di introdurre gradualmente le Community Notes negli Stati Uniti nei prossimi mesi. Ancora nessuna indiscrezione sulle tempistiche per l’estensione ad altri paesi.
Alcuni vedono in questa mossa un modo di Meta per strizzare l’occhio alla nuova amministrazione Trump, con un approccio più favorevole alla libertà di espressione con meno paletti. Del resto, lo stesso Zuckerberg non aveva usato mezzi termini quando aveva detto che i fact-checker erano “troppo schierati politicamente” e che avevano “fatto più danni che altro alla fiducia della gente“.
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